Parlare di bullismo in carcere? Se ne sarebbe dovuto parlare prima, a casa, a scuola, è la frase che potrebbe dire qualcuno.
Il bullismo per gli adolescenti è la manifestazione di una fragilità irrisolta. In realtà il fenomeno rischia di presentarsi non solo negli istituti scolastici, ma anche in regimi come quelli carcerari, in cui comunque i detenuti vivono a stretto contatto tra loro e non possono per ovvi motivi allontanarsi troppo.
Lo spunto per il confronto svoltosi al carcere di Catanzaro l’altro ieri è la presentazione del libro “Il fragile bullo”, di Rita Tulelli, pubblicato dalla La Rondine Edizioni, rivolto principalmente agli adolescenti.
L’autrice è presidente dell’associazione Universo Minori. “Già dall’anno scorso” spiega la direttrice del carcere Angela Paravati “l’associazione Universo Minori e l’associazione Gaia collaborano con il carcere di Catanzaro per la gestione di uno spazio in cui i genitori detenuti possono incontrare in clima di serenità i loro figli, attraverso lo svolgimento di attività di laboratorio, danza, animazione.”
Presenti all’incontro, oltre all’autrice e alla direttrice del carcere, Angela Napoli, già parlamentare, presidente dell’associazione “Risveglio ideale”, nonché il provveditore regionale della Calabria dell’Amministrazione Penitenziaria Massimo Parisi (di recente nominato provveditore in Calabria, prima in forza in Lombardia) ed il magistrato di sorveglianza di Catanzaro Angela Cerra.
Il libro è un racconto di 48 pagine in cui vengono delineate le figure di Francesca, Beatrice, Niccolò, adolescenti come tanti che frequentano la scuola, si scontrano con le proprie personalità in crescita e quelle dei loro coetanei. A casa non ne parlano, ma avrebbero bisogno dell’aiuto di un adulto consapevole. La logica del branco non perdona chi si discosta dalla massa e ci si ritrova a volte inconsapevolmente ad essere vittime, carnefici o sulla linea di confine: spettatori.
Angela Napoli ha sollecitato i detenuti ad essere vicini alle loro famiglie che spesso vivono una situazione di difficoltà, esortandoli a scrivere delle lettere; Massimo Parisi ha apprezzato la lettura dei libri che precede questi incontri e Angela Cerra ha sottolineato l’importanza della presenza della magistratura di sorveglianza nelle attività trattamentali.
“Il fragile bullo” presenta racconti sulla prepotenza infantile e sulla sua sconfitta, e auspica una maggiore apertura dei giovani verso le istituzioni. Bulli e vittime sono entrambi fragili; bulli e vittime devono riuscire a venir fuori da questi ruoli il prima possibile, prima che sia troppo tardi. E per cambiare, il primo passo è capire e ammettere di essere vittime o carnefici, con l’aiuto di qualche persona più grande. Che forse da quella situazione c’è già passata. Perché tutti gli adulti sono stati adolescenti. E tutti, almeno in qualche momento della vita, se lo ricordano. Anche in carcere.

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