La pratica calcistica come punto di forza per i giovani ospiti delle strutture d’accoglienza che hanno saputo cogliere l’opportunità e farsi spazio in questo mondo. È il senso del progetto avviato nei Sai (sistema accoglienza integrazione) Santa Maria del Monte di San Sostene e Roella di Davoli, gestiti da Fondazione Città Solidale. Gli ospiti di queste strutture, minori migranti arrivati sulle nostre coste e che sono stati accolti nei Sai, sono stati protagonisti nei giorni scorsi della finale nazionale del progetto “Refugee Team”, realizzato dal Sgs con il coordinamento Calabria del Settore giovanile e scolastico della Figc. Si è giocato a Coverciano, la casa del calcio e della Nazionale e i minori ospiti hanno scritto una pagina indimenticabile nella storia del progetto, conquistando il secondo posto che premia l’impegno e la dedizione di tutti. Al di là del risultato sportivo, ciò che conta davvero è il messaggio di speranza e inclusione che questi ragazzi sono riusciti a trasmettere. Tornano a casa grati dell’opportunità colta in pieno spirito sportivo, sembra che il sogno, per molti di loro, inizi a prendere forma. Tornano a casa con la consapevolezza di aver rappresentato la Calabria, terra che li ospita e li accoglie con calore, trasmettendo i valori di appartenenza, spirito di condivisione e cooperazione propri della Fondazione Città Solidale e di una vera comunità. Si tratta di giovani che hanno i sogni di ogni ragazzo della loro età. Tanti di loro arrivano già con l’idea di diventare promesse del calcio, di fare della loro passione una professione e di poter garantire a loro stessi e alle famiglie una vita diversa. Educare attraverso lo sport, in particolare il calcio, significa insegnare ai giovani la sana competizione, il valore del gruppo, la capacità di accettare una sconfitta e di portare avanti un obiettivo. Al “Refugee Team” hanno dimostrato non solo talento sportivo, ma anche un forte senso di comunità e un profondo desiderio di integrarsi nella società.
Carmela Commodaro