CATANZARO – Dopo il successo della prima e della seconda edizione di Marcellinara e Caraffa, il percorso tra i sapori, le tradizioni, le arti e i mestieri fa tappa nel centro storico di Amato. La manifestazione “I Sentieri dell’Istmo tra gusto, tradizioni e mestieri” promossa sabato scorso dalle Pro Loco dell’area dell’Istmo, ha ripopolato i suggestivi vicoli del comune guidato dal sindaco Saverio Ruga con stand enogastronomici e di artigianato locale, oltre che con la riproposizione degli antichi mestieri per recuperare uno spaccato di storia e tradizione che appartiene a tutta la Calabria. Una occasione per restituire vitalità e colori ad uno dei tanti borghi della provincia che rappresentano un patrimonio da salvaguardare, costruendo una innovativa forma di resistenza allo spopolamento che passa proprio dalla valorizzazione di luoghi e memoria. All’iniziativa delle Pro Loco dell’Istmo, aperta nel pomeriggio con la visita guidata alle Cantine Lento e conclusa con la visita al museo del Borgo, introdotti nella piazza della Fontana Italiani dalla presidente della Pro Loco di Amato, Evelina Mazzei, hanno partecipato il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, l’assessore regionale al Lavoro Angela Robbe, il presidente dell’Unpli regionale Filippo Capellupo, il presidente provinciale dell’Unicef Costantino Mustari.
A mettere in evidenza il grande lavoro delle Pro Lodo dell’Istmo, il sindaco Saverio Ruga: “Lavoriamo assieme per valorizzare le nostre bellezze, la nostra storia il nostro territorio con l’obiettivo comune di far rivivere i nostro borghi, e ci stiamo riuscendo. L’associazionismo è la risposta alle difficoltà create dalla mancanza di lavoro che porta lontano i nostro giovani: la nostra storia non solo non va dimenticata, ma va ricordata”. Il sindaco Ruga ha messo in evidenza anche i lavori di riqualificazione e ristrutturazione che stanno interessando angoli importanti di Amato, tra i quali la piazza principale, e ricordato con orgoglio che l’abito tradizionale di Miss Calabrisella Amato è stato premiato in una recente manifestazione a Soverato.
“Il merito del Comune di Amato e di tutte le Pro Loco dell’Istmo è quello di aver recuperato le tradizioni che non appartengono solo a questi borghi, ma sono di tutta la regione – ha affermato il presidente della Provincia, Enzo Bruno -. Il lavoro condotto dalle Pro Loco per mantenere viva la tradizione, animare i centri storici, promuovere iniziative che valorizzano e sostengono il turismo, è meritorio e deve essere sostenuto perché permette di trasmettere l’immagine di una Calabria viva e positiva e di puntare sulle tante eccellenze che esistono per fare turismo e promozione. La tradizione, la storia, la memoria sono punti di forza per far rivivere i nostri straordinari borghi. La via per crescere è stare assieme”.
“Noi non siamo solo i fatti di cronaca nera che occupano tutti i telegiornali – ha aggiunto l’assessore regionale Angela Robbe -. Noi siamo i sindaci, gli amministratori , le associazioni, le Pro Loco che si mettono assieme: quello che accade stasera è la Calabria che funziona. Questo significa fare comunità: quando le associazioni danno il proprio contributo ai più deboli, le Pro Loco sostengono attività di promozione e valorizzazione del territorio, si compie un passo importante per recuperare storia e tradizione ed evitare che si svuotino i centri storici. Anche questo significa tenersi stretti il futuro. Lavoriamo assieme per costruire i luoghi dove rimanere, perché si vive bene”. Luoghi che devono essere raggiunti con una viabilità interna sicura, come quella che cerca di mantenere la Provincia di Catanzaro, nonostante le tante difficoltà economiche. A riconoscere lo sforzo e l’impegno del presidente Bruno è stato il massimo rappresentante dell’Unicef provinciale, Mustari che ha evidenziato anche l’importanza di creare luoghi “accoglienti” dove a fare la differenza è proprio il senso di comunità. Di “bella Calabria” da “veicolare attraverso la comunicazione positiva” ha parlato, infine, il presidente regionale dell’UNPLI, Filippo Capellupo, perché “siamo noi il bene o il male di questa regione”.

 

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