Domenica primo luglio, al suggestivo Parco della Grancìa (qui si tengono numerose rievocazioni storiche sul recente passato delle nostre terre) si sono tenuti “Gli stati generali del Sud”.
Hanno partecipato più di 200 delegati in rappresentanza dei movimenti meridionalisti, movimenti identitari e semplici appassionati provenienti da tutte le regioni del SUD che hanno risposto all’invito del laboratorio politico sorto intorno ad “Agenda Sud 34 ” . L’introduzione ed il coordinamento dei lavori da parte di Pino Aprile ha permesso di mettere a fuoco le tematiche più urgenti e la necessità di fare fronte comune per contrastare una deriva nordocentrica del Governo in carica.
Il coordinamento regionale calabrese di Agenda Sud è stato presente con una folta delegazione, guidata dal Gianfranco Rogato e con la presenza, tra l’altro, di Beppe Corapi, Paolo Mandoliti, Rosario Belmonte, Massimo Imbrogno, Giancarlo Costabile e Paolo Spadafora.
Gli interventi si sono focalizzati sui tanti aspetti delle diseguaglianze nord-sud che dopo 160 anni, invece di essere ridotti subiscono un costante incremento. E’ emersa la volontà comune di rafforzare la battaglia incentrata sulla tematica del 34% di spesa pubblica che lo Stato dovrebbe garantire a favore delle Regioni meridionali, in virtù del principio di “solidarietà economica” sancito dall’art. 2 della Costituzione Italiana, e del rapporto tra cittadini residenti e spesa effettiva reale realizzata al SUD.
Nel corso del dibattito la delegazione calabrese ha espresso la preoccupazione di un 34% “svuotato” a causa le crescenti pressioni autonomiste di alcune regioni italiane, in primis Veneto e Lombardia. Pressioni che porterebbero ad una cospicua diminuzione delle risorse disponibili statali e conseguentemente una diminuzione ben maggiore dell’attuale 28% della spesa pubblica che lo Stato (in barba al diritto a percepire il 34%) attualmente destina alle regioni meridionali.
Pensiero premonitore, visto che negli stessi minuti dal palco di Pontida, il Senatore Calderoli annunciava la presentazione al Senato di un disegno di legge (precisamente il ddl 518/2018) che velocizzerebbe l’iter della “autonomia fiscale” veneta attraverso lo strumento della “legge delega” che delegherebbe, appunto, a 23 Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, l’attuazione veloce dell’Autonomia Veneta sulle 23 materie (rapporti internazionali, commercio con l’estero, tutela della salute, ricerca scientifica, coordinamento della finanza pubblica e tributaria, valorizzazione dei beni culturali e ambientali, casse di risparmio e aziende di credito regionali … e tanto altro) da finanziare con il mantenimento del 90% della fiscalità veneta in Veneto. Il Motto è: le tasse del Veneto devono rimanere tutte in Veneto.
Un percorso pericolosissimo di finta secessione. Uno modo per rimanere a godere delle cose buone dell’Italia ma senza pagare il dazio della fuoruscita dal Paese. Il Veneto non contribuirà più alle spese dello Stato ma dallo Stato continua a pretendere i benefit dell’unità .
Certamente altre regioni, Lombardia e Liguria in primis, seguiranno questo scellerato esempio portando alla disgregazione economica e sociale dell’Italia intesa come Stato unitario e solidale, lasciando peraltro il fardello del debito pubblico alle altre regioni.
Agenda Sud Calabria intende avviare, in coordinamento con altri movimenti di tutte le regioni meridionali, una campagna, social e con incontri pubblici di sensibilizzazione verso i parlamentari di tutti i partiti per fermare la proposta Calderoli e fermare la corsa in avanti del Veneto .
I Parlamentari meridionali hanno i numeri in entrambi i rami del Parlamento per farlo e chiederemo a tutti di BOCCIARE IL dl 518 ed ogni altra iniziativa autonomista delle regioni del Nord .
#BOCCIALO #BOCCIAIL518
Il Coordinamento Regionale Calabrese Agenda Sud