I giovani del Centro giovanile diocesano di Catanzaro-Squillace hanno incontrato i ragazzi dei Sai (Servizio accoglienza immigrati) Catanzaro Minori di Squillace, Settingiano e Vallefiorita della Fondazione Città Solidale guidata da padre Piero Puglisi nel primo appuntamento del Cineforum, svoltosi ieri nella casa delle culture a Squillace. I ragazzi, in preparazione a quest’incontro, si sono interrogati su quale film proporre e ancora di più quale tematica condividere. Essendo il primo incontro e non avendo nessuna conoscenza dei ragazzi, dei loro volti, dei loro interessi, dei loro bisogni, delle loro aspettative, partendo così dall’ignoto, si è ben pensato di dare a questo primo appuntamento un’attenzione alla relazione. Conoscersi, creare legami, fare nuove amicizie, questi volevano essere gli obiettivi che i giovani del Centro giovanile diocesano si erano prefissati. Obiettivi pienamente raggiunti. L’incontro ha avuto inizio con un’attività di conoscenza, pensata in maniera dinamica e divertente, svolta all’esterno della struttura, che ha permesso di sciogliere quel ghiaccio iniziale e per allentare le distanze tra i ragazzi. A seguire, nella sala convegni sono stati proposti due short film animati. Come primo appuntamento proporre loro un film di un’ora e mezza non avrebbe permesso di dedicare il tempo necessario al dialogo, al confronto e alla conoscenza; non solo, essendo solo film di animazione, senza dialogo verbale, ciò ha permesso a tutti i ragazzi di comprendere bene il messaggio che si voleva trasferire, viste le differenze linguistiche di ciascuno. Il messaggio è arrivato forte e chiaro. Molti gli interventi dei ragazzi del Sai che liberamente hanno espresso la loro opinione: l’importanza di aiutare un amico in difficoltà, rispettare l’altro per quello che è, non essere mai prevenuti rispetto all’altro, non giudicare mai le apparenze, avere cura dell’amicizia. I ragazzi hanno colto benissimo il messaggio che con loro si voleva non solo condividere, ma soprattutto vivere. L’incontro voleva essere quell’occasione per creare nuove amicizie. Per dare dinamismo all’incontro, dopo la visione degli short film e la loro condivisione, è stato proposto l’esercizio e l’attività della fiducia, elemento necessario all’interno di un’amicizia. È stato chiesto ai vari gruppetti formati di prendere in braccio il compagno che si sarebbe gettato di schiena, da sopra una sedia, nella speranza che gli amici lo potessero prendere al volo. Tante le reazioni di allegria per l’attività proposta, ma anche di timore per coloro che dovevano fidarsi dei compagni che l’avrebbero dovuto prendere. Ma attraverso questa attività è stato sperimentato in maniera creativa quel sentimento di fiducia verso qualcuno. Terminato questo momento, è stato consegnata a ciascuno di loro una striscia di carta colorata, sulla quale è stato chiesto di scrivere ciò che avrebbero voluto donare di sé ad un amico in particolare. Questo momento si è rivelato essere il cuore dell’ incontro. I ragazzi, singolarmente, hanno letto i propri “doni” e ogni striscia è stata legata all’altra ad anello, fino a creare un unico striscione, simbolo della bellezza dell’unità e di quanto ognuno è ricchezza per l’altro. I doni consegnati non sono stati affatto scontati. I ragazzi hanno espresso intimamente i loro desideri, tenendo a cuore un amico in particolare. Il titolo dato all’incontro è stato “Hey Brother, there’s nothing in this world I wouldn’t do for you”. Titolo estratto dal brano “Hey Brother”, di Avicii. Per creare un’ atmosfera particolare, sono state spente le luci della sala e sono state accese delle luci da festa, e prima di ascoltare e ballare la canzone, filo conduttore dell’ incontro, i giovani del Centro giovanile diocesano hanno distribuito delle scintille con un foglietto con su scritto la strofa della canzone. Letta in inglese, tradotta da una ragazza in italiano e in arabo da uno dei giovani presenti. Un momento semplice ma anche molto particolare e intenso. Il testo dice questo: “Hey fratello, c’è una strada infinita da scoprire; hey sorella, mi domando se credi ancora nell’amore; oh, se il cielo dovesse mai crollare, per voi non c’è niente che non farei”. Partendo la musica e accendendo ciascuno le proprie scintille, ci si è ritrovati tutti insieme in un momento magico, di danza, di amicizia, di spensieratezza, di sorrisi. L’incontro si è concluso con una bella e ricca merenda, occasione ancora di dialogo libero tra i vari giovani. Il saluto finale è stato un arrivederci. Ora c’è il desiderio, da entrambe le parti, di rivedersi e di continuare a riscoprirsi. Nessun tipo di distanza, oramai, divide l’uno dall’altro. Ma tutti un tutt’uno. Non più volti sconosciuti, ma volti amici.
Carmela Commodaro