“Non esistono crimini perfetti, ma solo investigazioni imperfette”. Il capitano del Ris (Reparto investigazioni scientifiche) di Messina, Enrico Di Luise, esperto biologo forense, ha introdotto così la sua relazione al convegno formativo dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Catanzaro sul tema: “I sanitari sulla scena del crimine in emergenza. Le misure preventive alla violenza di genere intraospedaliera. Percorso Rosa e Codice Rosa”. Davanti ad una folta platea, nell’Aula Magna dell’Università Magna Grecia di località Germaneto, l’ufficiale dell’Arma ha lungamente analizzato “le problematiche dell’operatività delle scienze forensi sulla scena del crimine e il ruolo della prova scientifica nei casi di abuso e violenza”. Un intervento introdotto dai responsabili scientifici dell’evento, la dottoressa Concetta Genovese, presidente Opi Catanzaro, e il professor Pierantonio Ricci, medico legale e docente dell’Umg, che hanno aperto i lavori, e dal saluto del presidente regionale Sicilia dell’Aiilf (Associazione italiana infermieri legali forensi), Vincenzo D’Agate. In particolare, la presidente Genovese, dopo i ringraziamenti all’ateneo di Catanzaro, ha focalizzato la sua attenzione sulla violenza contro le donne. “Un problema rilevante” ha affermato. “Le donne che subiscono violenza – ha aggiunto – hanno spesso bisogno di ricorrere alle strutture sanitarie ed è probabile che l’incontro con il personale infermieristico e medico sia uno dei loro primi contatti istituzionali, anche quando non c’è l’intenzione di denunciare l’abusante. Sia l’incontro che la relazione d’aiuto può fare la differenza nel promuovere il necessario percorso di uscita dalla situazione di violenza”. “Quindi – ha rimarcato – non si tratta solo di assicurare una assistenza corretta dal punto di vista clinico, ma di garantire quel supporto necessario a determinare una relazione di fiducia. Supporto, anche e soprattutto, nel raccogliere prove di natura forense e medico-legale, in modo particolare nei casi di violenza sessuale, secondo le linee guida pubblicate dall’Oms nel 2013”.