Si è tenuto ad Amaroni presso la sala consiliare del comune un convegno su iniziativa dell’Archeoclub Valle dell’Alessi Majurizzuni sul tema “La valle dell’ Alessi dalla preistoria all’età bizantino-normanna”. Vi hanno preso parte il presidente del sodalizio Lorenzo Satanassi, lo storico Mario Truglia e la vicepresidente dello stesso Archeoclub Francesca Ferraro. Ad introdurre l’incontro è stato il sindaco di Amaroni Gino Ruggiero, il quale ha invitato l’Archeoclub ad andare avanti nell’ ottimo lavoro iniziato. La professoressa Ferraro, dopo avere brevemente parlato del periodo neolitico nella valle dell’Alessi, ha relazionato sui bizantini evidenziando che tra gli anni 870 e 880, con la riconquista della Calabria, il potere imperiale ha operato per un nuovo assetto del territorio. Contemporaneamente anche la Chiesa ha proceduto ad una riorganizzazione delle sedi vescovili. Le città, concentrate soprattutto nella parte centro-meridionale e nate come borghi fortificati, sono tornate ad avere funzione di centri amministrativi ed ecclesiastici. Il prof. Truglia ha parlato della storia locale di Amaroni ed in modo particolare di San Luca di Melicuccà e sull’abbazia di San Nicola delle Magliole, illustrando gli studi svolti sul territorio in tanti anni di ricerche, che hanno portato a identificare e localizzare l’abbazia basiliana di San Nicola delle Magliole e di altre chiese dell’epoca, e a riscoprire il sito di “Majurizzuni” nel territorio amaronese. Truglia, partendo dal diploma comitale del 1096 di Ruggero il Normanno e dalle vicende storiche della città di Squillace, ha rispolverato una ricca documentazione attestante la localizzazione dell’abbazia ad Amaroni, dove operò San Luca di Melicuccà, vescovo di Isola Capo Rizzuto. Truglia ha anche spiegato le origini del toponimo Amaroni. Il professor Satanassi ha parlato delle giornate didattiche attuate con i bambini per la conoscenza della storia locale e per scoprire il territorio. «Dal punto di vista storico – ha detto Satanassi – possiamo affermare che tutta la provincia di Catanzaro ed in modo particolare il comprensorio di San Pietro a Maida e tutta la Valle dell’Alessi, il territorio di Amaroni, Girifalco e Squillace fu abitato fin dal periodo neolitico, come testimoniano i numerosi ritrovamenti archeologici. Sono state rinvenute anche asce e punte di freccia in pietra. Alcuni dei reperti di Amaroni sono custoditi nel museo di Catanzaro, altri sono custoditi dal nostro Comune, risalenti ad almeno 5000 anni fa. Ad Amaroni possediamo l’unico reperto più antico di tutta la valle dell’ Alessi: una roccia contenente resti fossili di conchiglie risalente a migliaia di anni fa, periodo in cui ad Amaroni c’era il mare. Secondo gli studiosi tutta la provincia di Catanzaro ed in modo particolare Amaroni riveste un ruolo molto importante per l’abbondante presenza di oggetti dell’età della pietra. Il Lovisato ha ritrovato nelle vicinanze del fiume Alessi numerosi oggetti preistorici tra cui punte di freccia; alcuni li abbiamo rinvenuti anche noi qualche anno fa e sono stati regolarmente segnalati alla Soprintendenza. Come associazione nel corso degli anni abbiamo rinvenuto numerosissimi reperti che testimoniano l’importanza della nostra zona, vari frammenti di ceramica di età romana, olletta di età greco romana, tegole, copertura di sarcofago di età greco romana, minerale di quarzo rosa trovato lungo le rive del fiume Alessi ed altro materiale attualmente custodito dalla Soprintendenza». Satanassi ha parlato anche dei programmi futuri. «Inizieremo a studiare e a mappare le miniere di Amaroni – ha sottolineato – e a creare un progetto per la realizzazione di percorso didattico-turistico guidato con turisti e scuole; studieremo tutti i documenti sulle nostre miniere che sono all’archivio di Stato di Napoli; approveremo un progetto dedicato alle scuole per la riscoperta e la valorizzazione del nostro territorio, un concorso di disegno e poesia per bambini e ragazzi. Si partirà ufficialmente con lo studio dei monumenti e dei documenti del territorio di Amaroni; un pubblico convegno in ottobre sulle tradizioni popolari».

Carmela Commodaro

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