È stato presentato nella sala consiliare del municipio di Squillace il libro “Ricordi scongelati”, opera postuma di Giuseppe Mercurio, l’ex sindaco scomparso all’età di 74 anni il 16 febbraio 2019. Era presente un folto pubblico, che ha accolto l’invito dei figli di Mercurio, Antonio, Agazio, Gianluca e Francesco, oltre a fratelli e sorelle e altri parenti. L’incontro, moderato dalla giornalista Carmela Commodaro, è stato aperto dal sindaco Pasquale Muccari, che ha ricordato gli anni vissuti con Mercurio, alla cui scuola si sono formati diversi giovani dell’epoca. Muccari ha ricordato anche la sua poliedricità. Sandro Mauro, presidente della Pro loco, ha poi confessato che leggendo il libro si è reso conto che «Peppe non è stato apprezzato in vita per come meritava. Amava Squillace; sapeva fare tutto, era un fuoriclasse. Poesia, racconti, farse, teatro, arte: con lui la città era viva. Spero, come Pro loco, di riprendere alcune delle cose che Peppe aveva realizzato». L’assessore comunale al turismo ella programmazione Franco Caccia ha detto che è stato regalato alla comunità un nuovo libro di storia. «Il collante – ha aggiunto – prima del cemento è la cultura. E a partire dalla cultura occorre recuperare la territorialità: tutte cose care a Peppe Mercurio. È come se ciascuno di noi si ritrovasse nelle pagine del suo libro, che non è una semplice raccolta di racconti di vita vissuta, ma una fonte importante da cui attingere per ricerche culturali». Un brano del libro è stato letto da Francesca Carello e tanti sono stati i ricordi da parte del pubblico presente alla manifestazione. Le conclusioni sono state tratte dal docente Franco Cimino che ha parlato di Mercurio pensatore, politico, amministratore, realista e sognatore, mettendo in risalto l’amore che traspare dal suo libro. «Uno zibaldone – ha aggiunto – una raccolta, ma non solo, è altro: il racconto di una vita. Il suo amore per la città di Squillace di cui è stato sindaco dinamico e creativo; un amore che lo ha ispirato per tutte le sue poliedriche attività. Peppe ci insegna che amore è conoscenza: ama la sua città per istinto filiale. Amava comunicare, amava la parola. E poi, grande è stato il suo amore per il sapere, per la storia, per l’arte. Ha improntato la sua attività politica e sindacale al costante servizio per gli altri, avendo sempre come punti di riferimento l’eguaglianza e la libertà».
Carmela Commodaro

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