Catanzaro – Al via il progetto “Studiare la Costituzione in carcere”, realizzato dalla Casa circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro in occasione del settantesimo anniversario dall’entrata in vigore della carta costituzionale. Il progetto, che si avvale della collaborazione della sezione provinciale dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi), si articola in tre incontri, il primo dei quali – si legge in una nota della direzione della Casa circondariale catanzarese – si e’ gia’ svolto, mentre gli altri due sono previsti a maggio e a giugno, a conclusione di un’attivita’ di studio da parte dei detenuti delle lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana. L’obiettivo del progetto – aggiunge la nota – e’ quello di “far conoscere ai detenuti non solo i diritti contenuti nella nostra carta costituzionale, ma anche la storia della loro conquista. Il carcere italiano nel 2018 e’ un carcere in cui non possono essere detenuti oppositori politici; e’ un carcere in cui non possono essere commessi abusi o torture; e’ un carcere in cui le persone che stanno scontando una pena in seguito ad una sentenza sono aiutate ad intraprendere un percorso rieducativo, attraverso il completamento degli studi, la formazione professionale e il reinserimento lavorativo”. La direttrice del carcere di Catanzaro, Angela Paravati, osserva: “Particolare attenzione e’ stata data allo studio degli articoli 2,3 e 27 della Costituzione, i diritti inviolabili, i doveri inderogabili, il principio di eguaglianza e la finalita’ rieducativa della pena. Anche in condizioni di restrizione della liberta’ personale, il rispetto della dignita’ umana resta, sempre e comunque, il valore supremo dell’ordinamento italiano”. Le attivita’ di approfondimento prevedono anche la produzione di elaborati scritti da parte dei detenuti, con il supporto del personale educativo e del laboratorio di lettura e scrittura creativa attivo all’interno del carcere, gestito dal docente Nicola Siciliani De Cumis, da Giorgia Gargano e Ilaria Tirinato. Al primo incontro hanno partecipato il presidente dell’Anpi Catanzaro Mario Vallone, il costituzionalista Silvio Gambino, docente all’Universita’ della Calabria, e molti detenuti. “La concezione rieducativa oggi alla base dell’istituzione detentiva – conclude la nota della direzione della Casa circondariale di Catanzaro – e’ l’esatto contrario della natura delle prigioni del regime fascista e non e’ nata dal nulla: e’ l’idea di carcere come servizio sociale espressa nella nostra Costituzione. Studiare la Costituzione in carcere vuole dire studiarla di fatto nel luogo in cui e’ nata: tanti partigiani hanno subito detenzioni ingiuste nelle prigioni fasciste e da li’ hanno cercato di costruire una societa’ migliore”.

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