I consiglieri comunali di opposizione di Vallefiorita Rosa Lippelli, Enzo Bruno e Antonio Chidoni, in merito al cosiddetto “Patto di Limbadi” siglato da alcuni sindaci per contrastare lo strapotere mafioso, hanno scritto al sindaco Salvatore Megna chiedendo di sapere se
il Comune di Vallefiorita ha aderito all’iniziativa antimafia sollecitata e pubblicizzata
dalla Prefettura di Catanzaro. “Il 14 dicembre scorso – si legge nella lettera – al Complesso del San Giovanni di Catanzaro si è tenuto un convegno in cui sono stati invitati i primi cittadini, di cui una quindicina della provincia di Catanzaro hanno sottoscritto il “Patto”.
Il documento, come affermato dal sindaco di Catanzaro Fiorita, è rimasto a disposizione dei sindaci
che volessero sottoscriverlo fino al 15 gennaio 2023 presso il Comune di Catanzaro affinché chi non
ha potuto firmare il patto il giorno della manifestazione avesse la possibilità di
farlo, ricevendo all’atto della sottoscrizione l’attestato da conservare presso il comune di appartenenza”. I tre consiglieri di Vallefiorita ritengono che la firma del patto di Limbadi rappresenti l’impegno delle amministrazioni locali a
sostenere i cittadini onesti che si ribellano alla prepotenza ed al sopruso mafioso.
“Del resto – aggiungono – il Prefetto di Catanzaro Ricci durante la manifestazione ha affermato che: “non c’è la possibilità di neutralità, o si è con lo Stato o si è con l’anti Stato, non esiste neutralità, chi non è con lo
Stato vuol dire che è dall’altra parte!”.
Chiediamo, quindi, al sindaco Megna se è stato uno dei sottoscrittori del Patto di Limbadi e se non ha
sottoscritto il documento ne chiediamo le motivazioni.
Come Gruppo Consiliare crediamo che la sottoscrizione del Patto di Limbadi non sia solo un gesto
simbolico ma un scelta di concrete conseguenze come l’impegno a costituirsi parte civile nei processi
alla criminalità organizzata o ad esonerare dal pagamento dei tributi (TARI, IMU, Irpef comunale) chi
decide di eliminare le slot presenti nei propri esercizi commerciali.
Che giunga un segnale forte dalle istituzioni affinché non sia l’impotenza e la rassegnazione ad avere
la meglio, bensì la legalità e l’affermazione della dignità dei cittadini.
Questi sono i segnali forti che producono effetti concreti e non l’affissione di inutili targhe davanti
l’ingresso del nostro comune”.
Carmela Commodaro