Catanzaro, – “La collaboratrice di giustizia che ha contribuito a fare luce sulla rapina milionaria aveva paura di essere uccisa dal marito, uno degli organizzatori del colpo”. Lo ha rivelato il procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, nel corso della conferenza stampa sull’esito dell’operazione ‘Keleos”, che ha sgominato il gruppo criminale autore dell’assalto al caveau della ‘Sicurtransport’ avvenuto il 4 dicembre 2016 a Catanzaro. “Il provvedimento di fermo – ha aggiunto Gratteri – e’ stato motivato, e ha avuto forte accelerazione, dal fatto che uno dei promotori dell’assalto, basista e organizzatore, voleva uccidere la moglie perche’ riteneva che lei avesse rubato parte del bottino, circa 120 mila degli otto milioni complessivi sottratti. La donna si e’ impaurita ed e’ corsa alla polizia, incominciando a parlare anche se divisa tra due cuori: non voleva denunciare il marito ma al tempo stesso – ha spiegato il procuratore – aveva paura di essere uccisa dall’uomo”. (AGI)

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