È stato presentato a Squillace, nella sala consiliare del municipio, il libro “Il medicante” di Luigi Bianco. Presenti amici, artisti, poeti, intellettuali e scrittori (Claudio Angione, Giovanni Orlando Muraca, Mario Naccarato, Vittorio Pannone, Pino Pingitore, Antonio Puja Veneziano, Alfredo Granata, il direttore del Museo di Taverna Giuseppe Valentino, la dirigente scolastica e scrittrice Francesca Viscone, Cettina Mazzei, impegnata da decenni nella valorizzazione del patrimonio arbereshe e già premiata per gli alti meriti culturali, il direttore della rivista Globus Fabio Lagonia), l’evento è stato promosso dall’associazione Terra di Mezzo all’interno del progetto “Voce di-vento”, finanziato dal Centro per il Libro e la Lettura. Bianco è un giornalista, artista, poeta e performer che vive dal 1994 a Squillace, in una casetta rifugio nota come “casa della poesia”, oggetto di interesse da parte di studenti e turisti attratti dall’idea di poter leggere i muri di una casa, rivestiti da piastre e lastre incise di versi. In apertura sono stati letti alcuni messaggi pervenuti via email o whatsapp da persone le cui esistenze hanno incrociato quelle del “grande vecchio” che ama definirsi “figlio del caso e dell’inutile”. Antonio Marchi, ciclista trevigiano che ama la bici e la politica, ha voluto ricordare “la sua umiltà unita al suo sguardo indagatore sempre teso a scavare per trovare quella favilla nascosta dentro le cose, dentro gli esseri umani, dentro la natura”; l’artista Max Marra ha voluto ripercorrere alcune tappe fondamentali della loro amicizia dal 1981 strettamente legate a spazi e azioni d’arte, alla poesia della vita; Antonio Froio ha ringraziato Bianco per avergli regalato negli anni la sua esperienza di poeta, di artista e di uomo; Lara Caccia storica e critica d’arte ha definito “doveroso” l’evento organizzato per Bianco in una regione che mostra di avere poca memoria e ha ricordato le performance e le mostre dell’artista come Eremoti, quando l’arte in Calabria era una cosa seria e non solo facciata di potere. L’assessore comunale alla programmazione e al turismo Franco Caccia ha dichiarato la propria soddisfazione per un evento che, presentando il testo di un concittadino, promuove la lettura ad alta voce in un progetto di cui il Comune è partner. Luana Fabiano, nella sua presentazione, ha sottolineato che Luigi Bianco “riempie di semplicità e di poesia il suo tempo, un tempo scandito dalle esigenze di un corpo che lo induce a scrivere” e che “nel suo isolamento vissuto con convinzione, con totale fedeltà e nel silenzio più sentito, Luigi ha voglia di combattere, cammina, va avanti, si sente libero, sereno e leggero.” Terra di Mezzo ha messo in primo piano il libro, attraverso la lettura di ampi brani tratti dallo stesso. Il reading è stato affidato alle voci di Patrizia Fulciniti (ambasciatrice della lettura e lettrice volontaria per Cepell), che ha letto L’obitorio, il capitolo introduttivo riguardante la morte della madre, capitolo in cui si è inserita Carmela Samà, (ex performer e insegnante di lingua italiana in Gran Bretagna) con la lettura e il canto della poesia Margherita; a seguire La post lettera, un capitolo che ha il sapore del realismo magico e un brano tratto dal capitolo Il viaggio che presenta una scena d’amore tra Bianco e una bella sconosciuta, incontrata in treno, che avviene in montaggio parallelo con un lungo corteggiamento tra gatti. Carmela Samà e Luigi Bianco hanno insieme presentato L’anoressica. Tra un brano e l’altro Gianni Paone, presidente dell’associazione Terra di Mezzo, ha dialogato con l’autore. Ha ricordato come è nato il rapporto tra Bianco e l’Associazione, alla cui casa sono stati accompagnati tutti i ragazzi europei ed extraeuropei giunti a Vallefiorita per gli scambi Erasmus plus; come già nel 2016 la Terra di Mezzo ha riconosciuto le doti poetiche e visionarie di Bianco e la sua importanza per la nostra terra, donandogli una targa; e, infine, come è iniziata, esattamente due anni fa l’avventura che ha portato alla pubblicazione del libro con il marchio dell’Associazione. L’autore che risposto ad alcune domande relative all’urgenza della scrittura, al ruolo terapeutico della stessa; alla ricorrenza di alcuni termini all’interno del libro sui quali si colloca in primo piano la parola caso, che ricorre oltre 160 volte. L’incontro ha emozionato l’autore, che ha potuto toccare con mano la ricchezza delle reti culturali e amicali intrecciate nel corso degli anni, e ha permesso a tutti i presenti di ritrovarsi in un contesto fatto di parole che hanno ancora la pretesa di fare la differenza in un mondo anestetizzato dai social.

Carmela Commodaro

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