“Profumi di seta: storia, testimonianza, domani” è il titolo di un interessante convegno svoltosi a San Floro su iniziativa dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Bruno Meta. Suggestiva la dimora storica di Palazzo Pugliese, che ha fatto da cornice all’evento, nel corso del quale è stato trattato il tema dell’arte serica, mai abbastanza portato alla ribalta del pubblico calabrese, che in maggioranza non arriva ancora a riconoscere l’ineguagliabile valenza storica, culturale e di prospettiva per i nostri territori. A dibattere in maniera sapiente sull’argomento c’erano Mario Mauro, storico e guida turistica, il quale ha parlato degli aspetti giuridici e socio-economici nei secoli passati del “fenomeno seta”, con particolare riferimento alla “capitale mondiale”, a quei tempi, della seta, ossia la città di Catanzaro; e lo storico e restauratore Ernesto Lamanna, organizzatore dell’evento, che, oltre a spiegare gli aspetti tecnici della produzione serica, ha portato tante testimonianze di manufatti artigianali dal ‘700 ai primi del ‘900, per lo più appartenenti alla sua famiglia ed in molti casi tessuti proprio in San Floro. Rocco Vitaliano, da Girifalco, e Miriam Pugliese, sanflorese, in rappresentanza della locale Cooperativa Nido di Seta, sono due giovani che hanno dato un grande contributo al dibattito. Vitaliano è forse l’unico coraggioso che, fin da bambino, ha imparato dalle sue nonne a tessere e a ricamare ed è fermamente intenzionato ad aprire una propria attività artigianale; peraltro ha portato con sé anche alcuni bellissimi scialli ed altri capi usciti dalle sue abili mani; la Pugliese ha parlato dell’attività della cooperativa, operante già da diversi anni e molto nota agli addetti ai lavori, che ha spiegato sia le fortissime difficoltà da superare, dovute in particolare alla spietata concorrenza proveniente dalla Cina, sia le strategie che si stanno attuando per rimanere sul mercato e garantirsi un futuro ricco di soddisfazioni. Ha moderato gli interventi l’attrice catanzarese Annalidia Rao. Folto il pubblico presente con esponenti del mondo delle istituzioni e della cultura. Particolarmente apprezzato è stato anche l’intervento di Giulia, una giovane ucraina residente a Davoli, che ha chiesto la parola per portare la sua testimonianza: sposata con un calabrese e trasferitasi in Italia, anche lei si è appassionata al mondo della seta, ha appreso i segreti dell’arte dalle anziane parenti davolesi del marito ed anche lei vorrebbe portare avanti questa nobile tradizione. Come dire che la seta non è soltanto un lontano sbiadito ricordo, ma potrebbe anche rappresentare una potente occasione di riscatto per la nostra terra.
Carmela Commodaro