Nato nella romana città bruzia di Scolacium, diventa un politico di primo piano sotto il governo di Teodorico il Grande
Tra i grandi della storia non possiamo dimenticare Flavio Magno Aurelio Cassiodoro. Eppure, quanti tra i nostri studenti delle superiori lo studiano e lo conoscono? Noi ne parliamo oggi a “Pagine di Cultura”.
Flavio Magno Aurelio Cassiodoro nasce a Scolacium (485 d. C. circa), l’antica città romana del bruzio le cui rovine sono ancora oggi visitabili nell’omonimo parco archeologico in provincia di Catanzaro (Borgia, località Roccelletta). Di famiglia patrizia, Cassiodoro diventa un politico di primo piano nell’Italia ormai governata dai barbari Goti, dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente. Sotto il governo di Teodorico il Grande (493-526), occupa gli incarichi di questore, console e magister officiorum, ovvero ministro per la politica interna. Collabora anche con i successori di Teodorico almeno fino al 540, guadagnando più volte il titolo di Prefetto del pretorio per l’Italia. In questi lunghi anni persegue l’obiettivo di una Italia romano-ostrogota autonoma nei confronti di Costantinopoli ed egemone rispetto agli altri regni occidentali. Interpreta l’ideale di fusione tra Romani e Goti, tra la civilitas della Romanità e la forza guerriera dei nuovi barbari invasori. Secondo Cassiodoro, il regno goto doveva farsi custode della civilitas, garantendo all’Italia giustizia e pace sociale, in accordo con la tradizione imperiale romana. Così ne parla Papa Benedetto XVI (udienza generale del 12 marzo 2008): “Cassiodoro collaborò generosamente, e ai livelli più alti della responsabilità politica, con i popoli nuovi che avevano attraversato i confini dell’Impero e si erano stanziati in Italia. Anche lui fu modello di incontro culturale, di dialogo, di riconciliazione. Le vicende storiche non gli permisero di realizzare i suoi sogni politici e culturali, che miravano a creare una sintesi fra la tradizione romano-cristiana dell’Italia e la nuova cultura gotica. Quelle stesse vicende lo convinsero però della provvidenzialità del movimento monastico, che si andava affermando nelle terre cristiane. Decise di appoggiarlo dedicando ad esso tutte le sue ricchezze materiali e le sue forze spirituali”. E infatti Cassiodoro, al termine della guerra gotica, si stabilisce in via definitiva in quel “Vivarium” da lui stesso fondato di cui rimane traccia tra le odierne Squillace e Stalettì, sulla costa jonica catanzarese. Prototipo dei centri monastici del Medioevo, nel “Vivarium” Cassiodoro dedica gli ultimi anni della sua vita alla traduzione e alla composizione di opere scritte che fondano tutta l’intera, successiva cultura medievale. Dunque, una figura importantissima della nostra storia. Per saperne di più, consigli di lettura: “Cassiodoro il Grande” di Franco Cardini. Un volume nel quale emerge l’esperienza di governo e la saggezza di quest’uomo, così poco studiato, nonostante la sua grandezza.