Il documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sull’autonomia differenziata passato in commissione bicamerale per le Questioni Regionali, alla presenza tra l’altro solo di una dozzina di parlamentari, costituisce un pericoloso atto di indirizzo per il Parlamento e per il governo”. E’ quanto afferma la senatrice Bianca Laura Granato (Ancora Italia).
“Al vaglio della Commissione da oltre un anno e mezzo, è arrivato a conclusione di un lavoro durato quattro anni, è stato votato in sordina nella torrida mattina di martedì 12 luglio non prevede la propedeuticità nè dell’individuazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni, nè dei Fabbisogni Standard, nè di alcuna perequazione infrastrutturale per la concessione di maggiori forme di autonomia a eventuali regioni richiedenti – spiega Granato -. Questo significa che le regioni che hanno avuto in passato di più per aver garantito più servizi e migliori prima che l’art. 81 ponesse i ben noti vincoli di bilancio, potranno continuare a beneficiare di costi storici maggiori anche dopo aver ottenuto maggiori forme di autonomia, cristallizzando sostanzialmente i loro privilegi, mentre chi oggi si trova in svantaggio rimarrà tagliato fuori da qualsiasi prospettiva di recuperare il GAP e di ottenere anche solo quel che gli spetta di diritto. Questo significa che per un cittadino italiano che vive in Lombardia, Veneto e Emilia Romagna lo stato continuerà ad investire una somma pro capite esponenzialmente più alta che per un cittadino della Calabria o della Puglia o della Basilicata. Il tutto – conclude – avallato da un manipolo di una dozzina di parlamentari riunitisi una torrida mattina di luglio. Tranne il mio voto contrario e il mio intervento, il nulla”.

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