La Polizia di Stato ha arrestato nella notte il boss latitante di San Luca (Reggio Calabria) Giuseppe Pelle, classe 1960, capo strategico e membro della “provincia” della ‘ndrangheta calabrese. Il boss – ricercato dal 2016 – aveva trovato rifugio all’interno di un’abitazione situata in una delle contrade piu’ impervie dell’entroterra di Condofuri (Reggio Calabria), pressoche’ irraggiungibile in quanto priva di strade percorribili ed isolata dal greto accidentato di una fiumara aspromontana che ne rende difficoltoso l’accesso. I particolari della vasta operazione di polizia coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Reggio Calabria e condotta dagli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Servizio centrale operativo saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in programma alle 11.00 presso la sala convegni della Questura di Reggio Calabria. Giuseppe Pelle appartiene alla potente famiglia dei Gambazza di San Luca, un tempo guidata dal padre Antonio, nato nel 1932, elemento posto ai vertici della ‘ndrangheta fino alla sua morte, avvenuta nel 2009. Pelle e’ legato anche alla potente famiglia Barbaro di Plati (Reggio Calabria) facente capo al boss ergastolano Francesco Barbaro, del 1927, detto ‘u castanu’, per averne sposato la figlia Marianna. Il ricercato deve scontare una pena residua definitiva di 2 anni, 5 mesi e 20 giorni di reclusione per associazione mafiosa e tentata estorsione. Nel luglio 2017, mentre era latitante, e’ stato colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, nell’ambito dell’inchiesta denominata “Mandamento Ionico”, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, per tentata estorsione e illecita concorrenza, aggravate dal metodo mafioso e consistite nell’aver tentato di accaparrarsi i proventi derivanti dall’esecuzione di lavori pubblici in alcuni comuni della Locride tra i quali Siderno, Palizzi, Condofuri e Natile di Careri (Reggio Calabria).
Nel blitz sono stati impiegati 50 uomini della Polizia di Stato. “Assediato” l’entroterra di Condofuri per consentire agli investigatori di infiltrarsi, contemporaneamente con diverse unita’ operative mobili, nelle zone teatro dell’operazione. Fulminea l’azione dei poliziotti che non ha lasciato alcuna possibilità di fuga al ricercato che si e’ arreso senza opporre resistenza. All’interno dell’abitazione erano presenti altre persone, le cui posizioni sono al vaglio degli inquirenti.

Indietro