Riceviamo e pubblichiamo.

“Ancora un altro anno nel quale la celebrazione della nostra Repubblica si svolge sotto gli effetti di una pandemia con la quale fare i conti e convivere, probabilmente non sappiamo ancora quanto. Anche se per il momento sono state tolte alcune pesanti ristrettezze che nei due anni trascorsi hanno limitato la piena libertà cui ogni individuo ha diritto, restano purtroppo le conseguenze di quella limitazione, aggravate quest’anno da una guerra che avrà effetti tutt’altro che confortanti anche sulla nostra economia e sull’occupazione. Verrebbe fatto di domandarsi che ne sarà di alcuni irrinunciabili diritti costituzionalmente garantiti, come quello al lavoro e a una vita dignitosa per tutti, che pure sono posti in diretto rapporto con l’alto significato che la festa del 2 giugno incarna nella ricorrenza di quella forma istituzionale che il popolo italiano ha scelto per sé con il Referendum del 1947. Saremo capaci di risollevarci ancora una volta, come fecero i nostri padri nel secondo dopoguerra quando la giovane Repubblica Italiana nata sulle macerie di un disastroso conflitto seppe assicurare diritti e benessere ai propri cittadini? Che nell’animo degli Italiani alberghi un moto generale d’orgoglio che lo porta a esaltare il sentimento d’unità, d’appartenenza alla Nazione, lo si è visto nel 2020 quando, senza neanche attendere la ricorrenza del 2 giugno, si rispose alla morsa iniziale del covid-19 e alle conseguenti imposizioni restrittive con l’esposizione del Tricolore repubblicano ai balconi e alle finestre delle nostre città. Questa simbolica reazione è stata in seguito manifestata con l’uso di mascherine in tessuto riproducente i colori della nostra bandiera che potrà sembrare un trascurabile dettaglio e non lo é. Ma se la manifestazione di sentimenti è forma esteriore che caratterizza il far memoria dei grandi eventi che cementano l’unità d’una Nazione, è bene rammentare anche che la memoria assume un significato celebrativo cui sarebbe vuoto e inutile fare ricorso se non le conseguono concreti sforzi intesi a perseguire e consolidare i beni comuni sanciti da quegli eventi. Il condividere principi e valori, trova la propria ragion d’essere nella forza che da essi scaturisce e che consente di superare difficoltà e ostacoli. La Repubblica è, nel nostro Paese, conquista relativamente recente; ma da questa quante altre conquiste sono state messe in moto, a fare inizio dalla Carta Costituzionale che se ne fa garante! Anche se non tutte immediatamente affermatesi, non tutte interamente realizzate, ma comunque ormai esistenti e irrinunciabili in quanto patrimonio inalienabile dell’intero popolo italiano!Dunque, da questo patrimonio comune è lecito attingere le forze necessarie a una concreta ripresa. Essa non potrà essere immediata, comporterà forse nuovi sacrifici ma assunti nella consapevolezza che saranno utili al bene comune senza il quale neanche il bene individuale avrebbe un senso. È questa coscienza che dovrà illuminare le Istituzioni che guidano la Nazione, perché anche la popolazione, sia pur profondamente ferita e provata da eventi negativi, possa fidare in un futuro in cui la ripresa non sia puro miraggio. Come già ho avuto modo di invocare, questa sarà l’occasione di avviare, senza più i deleteri contrasti fra le diverse forze politiche, le necessarie riforme. La festa della Repubblica sia, quest’anno ancor più fortemente, avvertita dalle Istituzioni quale spinta a un impegno solenne: guidare con competenza, ma anche con saggezza e umanità, il nostro popolo dalle incertezze e dal dolore di tragici eventi a un nuovo ma più sicuro e giusto futuro”. Cav. Devito Rocco Antonio

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