Una nuova struttura di Fondazione Città Solidale ha aperto le sue porte a sedici minori stranieri non accompagnati. La benedizione è stata impartita dall’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace mons. Claudio Maniago. La struttura, SAI (sistema accoglienza integrazione) “Roella”, è ubicata a Davoli Marina. «Non è un caso – ha affermato il presule – che l’inaugurazione avvenga nella giornata del Giovedì Santo, perché restasse impresso in noi, in questa casa, uno dei gesti più belli, le parole più importanti che Gesù ci ha lasciato. Lui si è chinato davanti all’ultimo e chiede a noi di fare altrettanto». Il progetto, in un periodo come questo, segna una speranza, per un luogo che diventa simbolo di una ripartenza da quelli che sono i valori più importanti, quelli che ci riconducono al senso più profondo dell’umanità. Un momento di condivisone e di consolidamento di collaborazioni tra diverse realtà. Il Comune di Davoli, rappresentato dal sindaco e dall’assessore alle Politiche sociali, che ha raccontato di un comune fiero di aver aperto il proprio territorio ad una nuova esperienza sociale, con l’augurio che sia solo uno starter per nuove idee ed opportunità, peraltro già in cantiere. Anche l’ambito dei Comuni del Soveratese, rappresentato dal sindaco di Soverato, ha definito questa esperienza «frutto di un confronto e di una condivisione che dovrebbe guidare ogni amministrazione, per abbattere tutte le barriere ed offrire servizi sempre più rispondenti alle esigenze dei territori». Il Prefetto, rappresentato da una delegata, ha fatto sapere di essere assolutamente disponibile a supportare questa nuova avventura che si rende fondamentale per due ragioni: perché si accolgono stranieri che vivono il trauma del viaggio ma soprattutto perché si tratta di minori che hanno l’ulteriore deficit di non avere figure genitoriali e di riferimento e necessitano, dunque, di percorsi particolari e specialistici per colmare in qualche modo l’assenza di ruoli fondamentali nella fase di sviluppo della persona. Il presidente del Forum del Terzo Settore Catanzaro-Soverato, anche a nome del CSV Calabria Centro, ha, inoltre, sottolineato come l’operato di Città Solidale sia da elogiare non solo in questa occasione, ma per ciò che ciascun operatore fa e semina nella propria vita, facendo, con passione, del proprio operato un vero e proprio stile. Erano presenti pure le autorità locali militari (di Davoli e di Soverato), don Gregorio Montillo, parroco della comunità parrocchiale, e altri rappresentanti del clero, il portavoce dell’Ordine degli assistenti sociali, la rappresentante della Procura minorile e del Tribunale dei Minori di Catanzaro, tanti amici, volontari ma soprattutto tanti operatori e minori ospiti di altre strutture gestite da Città Solidale. Il presidente della Fondazione padre Piero Puglisi era visibilmente emozionato ed ha raccontato di come questa realtà rappresenti la sedicesima ‘figlia’ (struttura residenziale) della sua Città Solidale ma poi ci sono tre centri diurni, centri di ascolto, le sedi della formazione, della progettazione e del Centro antiviolenza. Padre Puglisi ha poi evidenziato come questo tipo di interventi portino a raccogliere frutti meravigliosi anche a lungo termine: «È bello ricevere ancora oggi telefonate di piccoli uomini che sono cresciuti all’interno della nostra realtà e che ti comunicano che stanno per intraprendere una carriera, che hanno costruito una famiglia. Significa che ci siamo cinti i fianchi e abbiamo servito gli ultimi, ricevendo in cambio il dono più bello, la vita dell’altro e la sua piena autodeterminazione all’interno della società. Un giovedì santo diverso, in cui le parole del Vangelo hanno trovato concretezza e testimonianza».
Carmela Commodaro

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