Mercoledì Santo, 13 aprile, alle ore 17:00, la santa messa crismale, valida per tutta l’arcidiocesi, sarà celebrata a Squillace. Sarà l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace mons. Claudio Maniago a presiedere come tradizione vuole il rito, che mancava da Squillace da 43 anni. Era il 12 aprile 1979 quando il vescovo mons. Armando Fares celebrò la messa crismale nella cattedrale di Squillace con tutto il clero diocesano. La basilica concattedrale squillacese ospiterà, quindi, quest’anno la solenne celebrazione nel corso della quale il vescovo consacra gli oli santi, il crisma che viene usato per il battesimo, la cresima e l’ordinazione dei sacerdoti, l’olio dei catecumeni e l’olio per l’unzione degli infermi. Sono gli oli che si useranno durante tutto il corso dell’anno liturgico per celebrare i vari sacramenti. A questa messa, che vuole significare l’unità della Chiesa locale raccolta intorno al proprio vescovo, sono invitati tutti i presbiteri della diocesi i quali, dopo l’omelia del vescovo, rinnovano le promesse fatte nel giorno della loro ordinazione sacerdotale. L’evento che si svolgerà mercoledì viene salutato con grande gioia e soddisfazione dall’ex sindaco e già presidente della Regione Guido Rhodio, secondo il quale si tratta di «un “segno” che consideriamo assai importante e significativo e che indubbiamente favorisce e aiuta a ristabilire l’auspicato clima di fiducia e di rispetto reciproco dei due territori diocesani aggregati nel 1986, per il cui sviluppo e potenziamento non hanno bisogno, certo, di “comunione e di fraternità” piramidali o burocratiche (che possono nascondere supremazie o subordinazioni inservibili), ma di sincero rispetto e valorizzazioni reciproche per la parte che fedelmente essi hanno compiuto nella storia ecclesiale di questo lembo del Meridione italiano. Prolungare ancora questa esclusione avrebbe potuto rappresentare una preconcetta sottovalutazione ingiustificata che la cattedrale di Squillace sicuramente non avrebbe meritato. Esprimiamo quindi il nostro apprezzamento e il nostro grazie a mons. Maniago e al clero diocesano per la storica decisione».
Carmela Commodaro