Alle prime ore dell’alba è scattata un’operazione della Polizia di Stato, unitamente ai militari della Guardia di Finanza di Cosenza, finalizzata all’applicazione della confisca prevista dal Codice Antimafia, concernente beni, assetti societari e rapporti finanziari, per il valore di circa 22 milioni di euro, riconducibili ad un imprenditore calabrese, G. B.52 anni, operante nell’area dell’alto ionio cosentino, nel cassanese e nella sibaritide ma anche con interessi nella città di Roma e zone limitrofe. Il sequestro di prevenzione ha riguardato la totalità delle partecipazioni di 11 società, con sedi rispettivamente ad Altomonte, Roma, Cassano allo Ionio San Lorenzo del Vallo, attive in plurimi settori merceologici, e in particolare, raccolta, stoccaggio, trasformazione e smaltimento di rifiuti, edilizia specializzata, torrefazione, trasformazione e commercializzazione, all’ingrosso e al dettaglio, di caffè e prodotti affini, supermercati, compravendita immobiliare, servizi pubblicitari e marketing, compravendita e noleggio di autovetture e veicoli in generale e da corsa, produzione di birra artigianale con somministrazione e ristorazione, costruzioni di edifici residenziali e non, trasporto di merci su strada, “assunzione di appalti pubblici e privati per la progettazione e costruzione di opere”, fabbricazione e messa in opera di prodotti bitumosi.
Sono stati, altresì, sottoposti a sequestro anche 58 veicoli industriali e non, compresi veicoli di grossa cilindrata, nella disponibilità del compendio aziendale nonché una villa di circa 400 metri quadri, con annesso opificio, intestati all’imprenditore e 90 rapporti finanziari. Si tratta di un provvedimento di natura cautelare adottato dal Tribunale di Catanzaro nell’ambito del procedimento di prevenzione avviato con la proposta di applicazione della misura di prevenzione personale e di quella patrimoniale della confisca, sulla base delle complesse indagini di natura economico-patrimoniale e finalizzate a verificare la provenienza dell’ingente patrimonio riferibile al destinatario del provvedimento e la sproporzione rispetto ai redditi dichiarati e alla attività lavorativa. L’indagine, finalizzata alla proposta congiunta del Procuratore di Catanzaro e del Questore di Cosenza, è stata svolta, nel quadro di una attività di cooperazione investigativa, dal Servizio Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, dalla Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Cosenza, dal Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Cosenza della Guardia di Finanza. Le investigazioni riguardano le vicende patrimoniali e imprenditoriali, direttamente e/o indirettamente riconducibili all’imprenditore, già in passato colpito da provvedimenti interdittivi antimafia, irrogati dal Prefetto di Cosenza nel 2016. Il procedimento di prevenzione, volto alla verifica della sussistenza dei presupposti per l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale, è ancora in corso.