Al termine del Tempo Liturgico del Natale, celebriamo la festa del Battesimo del Signore. Gesù, che si manifesta ai pastori nel Natale e alle genti nell’Epifania, si manifesta al popolo di Israele. Il Battesimo è la rivelazione della sua identità messianica e della sua missione. Giovanni Battista invita i suoi contemporanei a un radicale cambiamento di vita in vista del Regno veniente. Per l’immersione nelle acque del Giordano, il “battesimo di conversione per la remissione dei peccati”(Lc 3,3) vanno da lui “anche i pubblicani”, pubblici peccatori che ascoltano la sua predicazione e si fanno battezzare. Anche Gesù si presenta nella fila dei peccatori dando inizio così alla vita pubblica con un segno di svuotamento e di umiliazione (cfr. Fil 2,6-8). Ciò appare scandaloso a tal punto che alcuni cristiani delle più antiche generazioni hanno cercato di minimizzare il Battesimo di Gesù. Lo stesso evangelista Luca non sottolinea l’evento della immersione, limitandosi a dire: «Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera…». Nel Vangelo di Marco, invece, leggiamo: «In quei giorni Gesù venne da Nazareth di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni» (Mc1,9). È inaudito che Gesù, colui che è «senza peccato» e che viene da Dio, si confonda con i peccatori per sottoporsi all’immersione nelle acque del Giordano in vista della remissione dei peccati. Ma quando emerge dall’acqua, mentre sta in preghiera, “scende su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e dal cielo si ode la voce del Padre: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento»”. La preghiera è, dunque, rivelazione di ciò che il Padre gli affida: essere per tutti amore incondizionato e misericordioso. Nel Battesimo è anticipata tutta la missione di Gesù e la sua predicazione fino alla crocifissione quando sarà in mezzo a due malfattori “uno a destra e l’altro a sinistra” (Lc 23,33). La Festa di oggi è un’opportunità per rinnovare le promesse del nostro Battesimo. Come ripete spesso Papa Francesco, anche io vi dico: “conosciamo la data del nostro battesimo?” e “Se qualcuno non la conosce, la chieda ai propri genitori, ai nonni, agli zii, ai padrini, agli amici di famiglia” e ancora: “la data non soltanto non va dimenticata ma deve essere custodita nel cuore perché venga festeggiata ogni anno come si festeggia il compleanno. Invochiamo il Signore perché ci conceda la gioia di comprendere la grazia ricevuta con il Battesimo che ci ha innestati in Cristo e ci ha resi partecipi della Sua Santa Chiesa per vivere responsabilmente i tria munera, i tre doni, del sacerdozio comune, della profezia e della regalità.
Buona Domenica.
✠ Francesco Savino
Vescovo di Cassano