Queste centrali cooperative intendono esprimere profonda preoccupazione, nonché stupore, per la decisione dell’ASP 5 di Reggio Calabria di non affidare sotto alcuna forma consentita dalla legge, ormai dalla fine del 2018, i servizi di cure domiciliari sanitarie alle cooperative sociali che fina ad allora avevano svolto con diligenza il compito affidato. Da un lato è stato chiesto di percorrere la strada dell’accreditamento, impantanata sotto miriadi di pastoie burocratiche, e detta strada oggi è preclusa per l’assoluto silenzio che l’ASP ha serbato nel non esprimere il parere sulla compatibilità del proprio fabbisogno rispetto alla programmazione dei servizi. Dall’altra parte però la stessa ASP ha stabilito rapporti di lavoro con liberi professionisti per lo svolgimento delle cure domiciliari. Non bastando allo scopo il personale interno. Il risultato di questa situazione è che la copertura del fabbisogno precedentemente raggiunta attraverso l’impegno delle cooperative sociali è ben distante, soprattutto nelle zone periferiche dei Distretti sanitari. Siamo consapevoli che l’ASP non è certamente obbligata a coinvolgere il mondo della cooperazione sociale nello svolgimento dei servizi, ma sorge spontaneo chiedersi per quale motivazione ha deciso di non facilitare la prosecuzione di un percorso che si era rivelato efficace soprattutto per i pazienti fragili in trattamento. Negli ultimi anni è cambiata la legislazione italiana che rivede il rapporto tra pubblica amministrazione e terzo settore. Sembra incredibile ma ci ha pensato la Corte Costituzionale ad andare oltre il rapporto sinallagmatico. Ed allora il Terzo Settore, di cui la cooperazione sociale, è una componente importantissima, non è un fornitore del servizio sanitario e dunque le ASP non sono nostri clienti. Ma in Calabria tutto questo non avviene ed all’ASP di Reggio men che meno. Nonostante i nostri tentativi non si apre alcun dialogo per co-progettare e coprogrammare che è lo spirito giusto con il quale mantenere il dialogo tra il pubblico e il non profit. Eppure, nella sola ASP di Reggio la riabilitazione, la salute mentale, le dipendenze e le cure domiciliari (fino al 2018) sono affidate al Terzo Settore. Le cure domiciliari sono rimaste indietro, il Covid avrebbe dovuto incentivare il sistema della salute a casa, invece, si è creato un abbaglio che il pubblico basta a sé stesso in contrapposizione al privato. Ma noi non siamo il privato! E allora facciamo appello al Presidente On. Roberto Occhiuto nella sua funzione anche di Commissario ad Acta della Salute per la Regione Calabria, – di intervenire con urgenza innanzitutto presso l’ASP di Reggio Calabria; – di adoperarsi per l’immediata convocazione del gruppo tecnico istituito ad hoc presso il Dipartimento salute al fine di ottemperare a quanto stabilito dalla Conferenza permanente Stato Regioni in materia di cure domiciliari sanitarie.