SOVERATO – «Con riferimento alle notizie apparse nelle ultime ore sugli organi di stampa circa il sequestro effettuato del depuratore consortile di Soverato, appare doveroso provvedere ad effettuare un serio fact-checking, per evitare il rischio – già in atto oltrepassato – di fornire all’opinione pubblica elementi incompleti e parziali, a discapito non solo dell’immagine della Società che rappresento, ma dei comuni interessati dal servizio».
Lo afferma l’avvocato Ottavio Porto, legale della stazione appaltante depuratore consortile di Soverato.
Porto aggiunge: «E questo perché, prima di “infangare” – è proprio il caso di dirlo – in piena stagione estiva uno dei tratti più belli della costa ionica, con tanto di bandiera blu, converrebbe offrire, quantomeno, un più completo vaglio empirico.
Intanto un primo tassello: il sequestro dell’impianto non è stato ancora convalidato dal alcun Giudice.
Si tratta, invero ed allo stato, di una iniziativa della P.G. operante, all’esito di alcuni controlli sul territorio, il cui verbale – tutt’altro che chiaro e privo di incongruenze – sarà oggetto di controdeduzioni difensive nelle sedi opportune». Il legale dice ancora: «Qualcosa, però, ha dell’incredibile: il torrente Beltrame non raggiunge il mare da mesi, essendo la sua foce, arida da aprile.
Pertanto, sembra superfluo rilevare che, a differenza di quanto letto nei “sensazionalistici” articoli apparsi sui media, nemmeno una delle famigerate “bollicine” presenti saltuariamente nelle cristalline acque del golfo di Soverato deriva in alcun modo dal depuratore gestito egregiamente della Società che rappresento.
Tra l’altro, lo stesso torrente ha una miriade di affluenti ed attraversa svariati comuni. Sia consentito riflettere come possa risultare quantomeno azzardato immaginare che i rifiuti eventualmente presenti provengano esclusivamente dal servizio di depurazione. Basterebbe solo questo per ridimensionare l’accaduto, ma vi è di più.
Sono gli stessi operanti che, nel prefigurare alcune ipotesi di reato (ancora non ratificate dal Pubblico Ministero procedente) si limitano a contestare soltanto il deposito incontrollato di rifiuti non pericolosi sul suolo e non già quegli odiosi quanto pericolosi sistemi di c.d. “by-pass”, i quali permettono alle acque nere, in maniera fraudolenta, di raggiungere il mare aggirando il processo depurativo.
Nulla di tutto ciò, ma solo un normale eccesso di fanghi dovuto a fattori semplici quanto lapalissiani: l’aumento della popolazione “fluttuante” di zona, tipica nel mese di agosto ed il caldo da bollino rosso».
L’avvocato Porto, inoltre, fa notare che il depuratore ha «sempre svolto nel miglior modo possibile il proprio operato, lo si prova attraverso la semplice lettura dei diversi campionamenti effettuati nel corso dei mesi (anche negli ultimissimi giorni) sulle acque territoriali da parte degli istituti all’uopo delegati, tutti con esiti più che lusinghieri. Ciò, anche per merito dell’operato della Ditta che rappresento.
Lo scrivente, tuttavia, non può esimersi dall’esperire una triste considerazione circa la pericolosa eco mediatica – soprattutto tra i turisti di zona – che sta avendo questa vicenda, macchiata da considerazioni tutt’altro che veritiere, come dimostrato.
Tra l’altro, la convalida del sequestro e peggio ancora la sua permanenza, in piena stagione estiva, dovrà essere valutata con la massima attenzione dai tecnici – sia del diritto che dell’ambiente – al fine di evitare, stavolta per davvero, una catastrofe senza precedenti». Poi conclude: «Tanto si doveva, ad onor del vero, nella certezza che si potrà dimostrare nelle sedi opportune la completa estraneità ai fatti della Società che difendo, provando – contro sbrigativi soloni – a restituire fiducia a chi sceglie di passare le proprie vacanze in un territorio già ampiamente martoriato per motivi ben più seri, il quale trova, nella trasparenza del mare, auspici e certezze».