Dal responsabile Cultura del Nuovo Cdu della provincia di Catanzaro, Rocco Devito, riceviamo e pubblichiamo: Appare ormai disatteso il grido di allarme che proviene dalle Istituzioni Comunali e dalle Categorie Sindacali degli Agricoltori, relativamente alla gravosa situazione, peraltro insopportabile, per la presenza, sia nei campi che nelle strade, dei cinghiali.
Ormai questi animali sono equiparati a quelli di “cortile” poiché abitualmente occupano, non solo i campi, distruggendo le colture, ma addirittura bivaccano nelle strade, nelle aree marine, in modo del tutto indisturbato.
Si può affermare che sono divenuti i novelli proprietari del territorio, non solo Catanzarese, ma anche dell’intera Regione.
La problematica non può essere affidata, né risolta da Associazioni che tutelano questi animali, ma, bensì, dalle Istituzioni, sia Regionali che Comunali, le quali allo stato sono impotenti ad adottare immediate decisioni.
Necessita a questo punto l’intervento delle Autorità Statali e , in particolare, delle Prefetture, le quali sono competenti, in presenza di un pericolo imminente per la salute dei cittadini e per la salvaguardia del territorio, ad adottare, con immediatezza, provvedimenti che non possano ormai essere differiti.
E’ vero, che si è in presenza di un cambiamento climatico, ma , soprattutto l’intervento dell’uomo ha permesso che questi animali lasciassero il loro habitat naturale e si spostassero nelle zone dove nel passato non si erano mai avventurati.
Dunque l’intervento che si richiede è mirato a far rientrare questi animali nei boschi, con un’azione decisa, mirata e programmata da parte delle Istituzioni Pubbliche .
Alle predette Istituzioni si chiede, con immediatezza, l’apertura della caccia e, quindi, affidarsi a gruppi di cacciatori, per indurre detti animali, con ogni mezzo, a rientrare nel loro habitat naturale.
Ma vi è di più.
Gli incidenti provocati da detti animali sono all’ordine del giorno, poiché nelle strade, specie di notte, i cinghiali si spostano divenendo i padroni assoluti del territorio.
Il grido di allarme proviene da tutte le Località Regionali, ma, nei paesi del catanzarese, il fenomeno è divenuto insopportabile.
E’ chiaro che, in presenza di detti animali, che, come detto, costituiscono pericolo per la vita e per la salute dei cittadini, essendo animali portatori di malattie e, dunque, non sono più tollerate le omissioni da parte delle Istituzioni.
E’ inutile ricordare che, i danni all’agricoltura sono incalcolabili, poiché in parte i terreni vengono lasciati incolti dai proprietari, con evidente pregiudizio per il mercato ortofrutticolo.
Non vi è dubbio che, il perdurare di questa situazione, determinerà necessariamente il ricorso alle vie giudiziali per ottenere, nelle varie Località, provvedimenti d’urgenza diretti ad autorizzare squadre di cacciatori ad inseguire questi animali e liberare il territorio.
Pertanto, l’apertura della caccia con immediatezza, consentirà, a squadre di cacciatori, coadiuvati dalle Istituzioni Locali, ad intervenire, con ogni mezzo, per indurre questi animali a rientrare nei luoghi boschivi.
Ed ancora, l’inerzia, da parte delle Istituzioni Regionali al grido di allarme lanciato dai cittadini calabresi, comporterà una azione giudiziaria a catena, in quanto i proprietari che hanno avuto danni alle colture, e gli altri proprietari, che non hanno potuto coltivare i campi per il pericolo incombente di danneggiamento da parte di detti animali, potranno richiedere giudizialmente il ristoro dei danni.
A tal uopo, è in atto una consultazione tra legali, che, interpellati sulla problematica qui lamentata, ritengono ammissibile adire l’Autorità Giudiziaria per i danni subiti dai proprietari di terreni e dagli agricoltori, con riflessi di natura pubblica, poiché sussiste un evidente pregiudizio per lo sviluppo agricolo del territorio, arrestato dalla presenza di detti animali, ormai qualificati di “cortile””.