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È quanto mai urgente la carta archeologica di Squillace e del comprensorio. È l’appello lanciato dall’ex presidente della Regione Calabria Guido Rhodio, già sindaco di Squillace e studioso locale. Per Rhodio, infatti, vi è la necessità che il territorio squillacese e l’hinterland si dotino della carta archeologica che, in attesa di approfondimenti e studi più complessivi, registri almeno quanto allo stato attuale è conosciuto o risulta per segnalazione di studiosi ed articoli che evidenziano o discutono di siti variegati collegati a presenze di monumenti o di tracce di ruderi della nostra storia civile e religiosa, che tutti sappiamo abbastanza vasta e lunga nei secoli. «Di questa esigenza – specifica Rhodio – si è fatta carico, qualche mese addietro, la presidente dell’Istituto di studi su Cassiodoro Chiara Raimondo, che ha assicurato che l’Istituto stesso ha in corso l’organizzazione di un apposito convegno che tratterà l’importante argomento e avvierà una concreta proposta per la predisposizione sollecita di una prima carta archeologica di Squillace e comprensorio». Rhodio confida in tale importante ed urgente iniziativa che non mancherà di adesione e intesa con gli organismi istituzionalmente preposti, come Regione, Soprintendenza e Comune, «preoccupati come siamo di “qualche assurda devastazione” che si sarebbe verificata su qualche parte sensibile del territorio e ci premuriamo di sottoporre, in termini assolutamente collaborativi, all’esame, valutazione ed integrazione un elenco di punti che si ritengono diffusamente, da parte di appassionati e cronisti, meritevoli di un’attenzione prioritaria per l’inserimento nella predetta carta». L’elenco provvisorio dei siti che meriterebbero indagini archeologiche, stilato da Rhodio, comprende: la prosecuzione degli scavi nel vecchio (Torretta) e nuovo (Normanno) castello; le cosiddette “Case di Cassiodoro” (almeno indagine ricognitiva, sulla base degli studi di Lottelli, Viscido e recentissimi di Troncarelli, che ipotizza inglobato il “sepolcro” di Cassiodoro); la zona adiacente, dove esisteva la chiesa di San Matteo vecchia (crollata nel 1783), dove Ruggero il Normanno fece le donazioni a San Bruno per fondare la Certosa e dove sono stati individuati anche degli affreschi molto antichi; possibili residui di strutture e tombe famiglia D’Alemagna; la cripta della cattedrale normanna, con tombe dei vescovi, secondo introspezioni radiografiche effettuate sommariamente e reperti vitrei; prosecuzione degli scavi nel monastero di Santa Chiara e area adiacente, compresa la chiesa dell’Immacolata, dove durante i lavori del comune sono stati individuati muri del XIII secolo; orto dell’ex Seminario (ora monastero delle Carmelitane), dove durante i lavori 1783-1915 sono stati riversati materiali crollati della cattedrale normanna, con reperti marmorei; area adiacente e orto attiguo della chiesa della Purità-San Giorgio, dove sono visibili arcate a sesto acuto ed è stata individuata una sepoltura probabilmente di un “miles” templare; area adiacente e orto attiguo della chiesa di Tutti i Santi-San Matteo nuovo, dove sono stati individuati insediamenti dell’antico ospedale probabilmente eretto dai Templari; necropoli nell’area Castellesi e zona soprastante (proprietà Conidi Leuna-Fiasco Baldaja); arti e utensili preistorici nella zona prossima alla foce Alessi (reperti nel museo del castello); reperti magnogreci, ora nel museo del castello, dell’area terminale strada ex statale 181, direzione Porto Rhoca, rinvenuti circa un secolo fa in occasione della nuova strada litoranea e poi acquedotto Cassa Mezzogiorno; acquedotto di Antonino Pio descritto nella lapide in municipio; Elpisius pater-Ceraso, come da lapide in municipio e resti nel museo del castello; S. Nicola di Cappatonica – Ceraso (insediamento Templare); palazzo Assanti (lungofiume Alessi: area Vucati), ora proprietà di Attilio Vitale e Ada Zaccone-Vitale; area dirimpettaia, sulla sponda opposta del fiume e nei pressi dei Tre Monti (casa Teti-Madonna del Ponte), scoperta di insediamenti di probabile provenienza cassiodorea; muro lungofiume Alessi, prima del ponte ad arco (proprietà di Elvira Gatti; ruderi casa Pepe a Copanello; marmo lampadaio nel museo nazionale di Napoli (fra gli studiosi che presero in esame questo reperto sorse una confusione ed è difficile stabilirne la datazione e la provenienza); tombe e necropoli nelle Timpe Bianche; mammuth preistorico; contrada Maddalena-Rocco (proprietà Guarna- Assanti, Tenuta Castellesi); ex convento basiliano Osservanza con figure bizantine; S. Maria de Ydria (Madonna dei Vitri); e molto altro.

Carmela Commodaro

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