Le “Case di Cassiodoro” potrebbero non essere un’invenzione locale. C’è uno studio del prof. Fabio Troncarelli, il quale ipotizza che potrebbero indicare il sepolcro del grande umanista , statista ed asceta cristiano squillacese. Sulla rivista “Litterae caelestes” (XI, 2020) l’articolo di Fabio Troncarelli (University of Viterbo, Dipartimento di Scienze umanistiche, della comunicazione e del turismo, Emeritus, Professor of Palaeography) è intitolato “L’ombra a mezzogiorno. Teodora, Giustiniano, i demoni” dedicato a un pittore del tutto sconosciuto, attivo a Vivarium nel VI secolo come miniatore revisore di testi: Eusebio di San Pietro in Armentario (Ravenna). Nel saggio, Troncarelli, autorevole studioso della materia e prestigioso socio onorario dell’Istituto Cassiodoro di Squillace, rileva, anche sulla base di foto eseguite a raggi ultravioletti ed in parallelo con l’epigrafe esistente a Squillace, che «un’annotazione scritta da questo personaggio sul codice Reg. lat. 2077 della Biblioteca Apostolica Vaticana è degna di interesse: in margine ad una “Cronaca” che arriva fino al 592, Eusebio ha scritto, in caratteri piccolissimi, accanto all’anno 577, la frase ““Sanctae memoriae monumentum vivens sibi Senator. Memoria eius gloriosa. Vivus aedem voluit vir sanctus Senator”, che si traduce: ”(Cassiodoro) Senatore di santa memoria fece costruire un monumento sepolcrale per sé, mentre era ancora vivo. La sua memoria è gloriosa. Mentre era vivo, il santo Senatore volle avere un sepolcro”. L’affermazione di Eusebio è senza precedenti e riveste un particolare interesse per gli abitanti di Squillace perché il sepolcro di Cassiodoro viene chiamato alla latina “aedes”, una parola che vuol dire sia tomba sia casa: la stessa parola “aedes” viene usata (al plurale) dal Lottelli nella sua “Squillace rediviva, per indicare quella che oggi si chiama “casa di Cassiodoro” (al singolare) . E’ possibile che l’espressione “casa di Cassiodoro = aedes Cassiodori” sia una traduzione imperfetta dell’espressione originale “aedes Cassiodori = sepolcro di Cassiodoro”». Se ciò fosse vero verrebbe confermata, secondo lo stesso Troncarelli, l’intuizione dello studioso squillacese prof. Lorenzo Viscido, il quale pensava che quella che ancora oggi viene chiamata “casa di Cassiodoro” (che indicherebbe, invece, secondo la nuova interpretazione di Troncarelli, il “sepolcro di Cassiodoro”), potesse essere ciò che resta del monastero del Mons Castellum cassiodoriano, costruito in Squillace. Ricordiamo per rigore scientifico che l’epigrafe è ricollocata in un edificio successivo al terremoto del 1783 e non si hanno dati sulla sua originaria collocazione. Il presidente dell’Istituto Cassiodoro, archeologa Chiara Raimondo, e il presidente onorario e fondatore, Guido Rhodio, mentre rinnovano al prof. Troncarelli la stima e l’apprezzamento per i suoi studi spesso innovativi anche su Cassiodoro, esprimono vivo interesse per questa importante notizia culturale, assicurando ogni possibile collaborazione dell’Istituto Cassiodoro per l’approfondimento della ricerca. Difatti queste suggestive ipotesi sulla localizzazione del sepolcro-casa di Cassiodoro, vista la natura delle fonti entrambe indirette dal punto di vista archeologico-topografico, necessitano per essere sostanziate di approfonditi riscontri archeologici, allo stato attuale della ricerca del tutto assenti. Si preannuncia, quindi, un grande fervore di ricerche a tutto campo per i “Luoghi di Cassiodoro” che l’Istituto intende promuove attraverso la propria attività scientifica.
Carmela Commodaro