CATANZARO,- Pochi giorni e il Sant’Anna Hospital, clinica di Catanzaro centro di riferimento regionale di alta specialità per il trattamento e la cura delle malattie cardiovascolari, potrebbe essere costretta a chiudere. Situazione che si è determinata dopo il mancato accreditamento dalla struttura commissariale che gestisce l’Asp. Per rilanciare l’allarme e invocare una soluzione per la ripresa delle attività, ferme dal dicembre scorso, il personale – 49 medici e 312 tra paramedici e infermieri – con familiari e ex pazienti, sono scesi in piazza per manifestare davanti alla Prefettura.
Nella clinica, negli ultimi 10 anni, sono stati effettuati 7645 interventi di cardiochirurgia, 5.700 di chirurgia vascolare e 22.455 procedure di emodinamica interventistica. La clinica ha ora 12 milioni di debiti, ha detto il direttore sanitario Soccorso Capomolla, per il mancato introito di 23 mln della convenzione. La struttura commissariale, ha spiegato il direttore sanitario, prima ha detto che la firma sarebbe giunta a conclusione di un’inchiesta avviata dalla Procura – che dall’ottobre 2020 vede indagati gli amministratori dell’epoca – e poi alla verifica sulle strutture pubbliche e private. “Per l’inchiesta – afferma Capomolla – posso solo dire che il management è totalmente cambiato, mentre riguardo alle verifiche sono affermazioni irrispettose, dal momento che il commissario ad acta della sanità Guido Longo ha detto che il Sant’Anna è autorizzata ed accreditata e quindi deve essere contrattualizzata, non c’è una richiesta di rideterminazione del fabbisogno sanitario e nella ridistribuzione del fondo sanitario per l’ospedalità privata accreditata c’è la quota per il Sant’Anna. Oltre che un problema occupazionale, il nostro è soprattutto di tutela della salute. Non ci sono strutture, pubbliche o private, che possano fare fronte agli 850 interventi annui del Sant’Anna. Questi pazienti a chi si rivolgeranno? Stupisce che il prefetto Luisa Latella della struttura commissariale dell’Asp non abbia neanche risposto alle 33 richieste di incontro. Speriamo che i ministri Speranza e Lamorgese inviino gli ispettori come è stato chiesto da Longo, dal presidente ff della Regione Nino Spirlì e da vari politici”. (ANSA).