Presidente Draghi, Fratelli d’Italia non voterà la fiducia al suo governo, una scelta di coerenza con gli impegni che abbiamo assunto con gli italiani e con la posizione di dissenso che abbiamo mantenuto verso le scelte scellerate del precedente governo, che purtroppo ritroviamo largamente rappresentato nella sua squadra. La sua riconosciuta autorevolezza non può essere sufficiente a mascherare i limiti di molti suoi ministri. Il suo doveva essere il governo dei migliori, ma accanto a lei sono seduti importanti rappresentanti di quella soap opera che è stato l’ultimo governo Conte, che è crollato sotto il peso dei suoi fallimenti. Il ministro Speranza, quello della disastrosa gestione dell’emergenza sanitaria, dello scandalo del piano pandemico e dell’assoluta mancanza di trasparenza sui dati sanitari.La ministra Lamorgese, che durante il lockdown inseguiva gli italiani con i droni mentre spalancava i porti agli sbarchi di clandestini. Vede presidente Draghi, credo che se Platone e Aristotele,  teorizzando la forma di governo dell’aristocrazia – il governo dei migliori –  avessero immaginato di vedere 24 secoli dopo seduto accanto a lei Di Maio, avrebbero bevuto la cicuta come Socrate. Presidente Draghi, sono certa che se lei avesse potuto scegliere liberamente la sua squadra, avrebbe fatto scelte del tutto differenti, avrebbe voluto accanto a lei in questa difficile sfida dei profili rispondenti alla capacità e al merito e non alla necessità di accontentare i singoli partiti e le singole correnti all’interno dei partiti. Magari avrebbe scelto qualche donna in più, visto che la sinistra,  femminista a parole, mortifica l’impegno delle donne quando c’è da affidare ruoli di responsabilità e di prestigio. Comprendiamo il suo sforzo, siamo addirittura solidali con lei per la sua capacità di accettare dolorosi compromessi pur di rispettare il mandato del presidente Mattarella. Ma sono proprio qui le ragioni del nostro no, nel metodo della nascita di questo governo, nel quale lei ha dovuto necessariamente fare rispecchiare un Parlamento diviso, privo di una maggioranza coesa e capace di esprimere un programma di governo chiaro e organico. Per questo chiedevamo di andare al voto, di dare la parola ai cittadini come si fa in ogni sistema democratico quando si presenta una crisi politica. La pandemia è stata un pretesto per non tornare alle urne, i partiti come il Pd che consideravano improponibile votare per il rinnovo del Parlamento a causa del rischio sanitario, chiedono il voto dove ne hanno convenienza, come sta avvenendo per le regionali in Calabria. Insomma pare che il Pd abbia scoperto una nuova variante del covid che colpisce durante le elezioni politiche e non durante le elezioni amministrative. La sensazione è che per molti di coloro che sostengono il suo governo più che lo spirito di salvezza nazionale abbia contato il personale istinto di sopravvivenza. A partire proprio da quel Partito democratico che, così ben rappresentato, sembra tenere le chiavi del suo esecutivo, pur essendo il partito che ha perso le elezioni. Presidente Draghi, lei non ha la forza della legittimazione popolare, ma su di lei si concentrano le aspettative e le speranze dell’Italia intera. Questa è una grande responsabilità, ma è anche la sua forza, da cui dovrà trarre il coraggio dell’autonomia e delle scelte difficili. Nelle decisioni che andranno nell’interesse degli italiani troverà in noi i suoi alleati più leali, corretti e affidabili. Alleati che non le chiedono ministeri e poltrone, ma le chiedono solo di fare bene e di avere coraggio.  Soprattutto le chiedono di segnare una netta discontinuità con il governo Conte che, al netto del fumo mediatico, ha fallito nella gestione dell’emergenza sanitaria e nel contrasto alle sue ripercussioni economiche, mettendo in ginocchio interi settori dell’economia, e sperperando miliardi nella spesa cattiva, quella per il reddito di cittadinanza, per la lotteria degli scontrini, per i banchi a rotelle, per l’expo di Dubai, per le mille mancette nascoste nei provvedimenti, quella dei padiglioni per le vaccinazioni da centinaia di migliaia di euro. E forse anche mettendo i soldi degli italiani nelle mani del malaffare, come la magistratura sta iniziando ad accertare rispetto allo scandalo delle mascherine ordinate dal commissario Arcuri.  Presidente Draghi valuteremo nel merito i suoi provvedimenti, in materia di fisco, in materia di sostegno alle imprese, per la riapertura delle attività e per la ripresa della scuola in sicurezza. Nelle sue dichiarazioni programmatiche ci sono cose che non condividiamo. Vorremmo capirne di più ad esempio sulla sua idea di cessione di sovranità nazionale e siamo preoccupati dell’idea della selezione naturale delle imprese, visto che in questa selezione incidono soprattutto le scelte del governo. E poi ci sono cose che non abbiamo sentito, l’impegno per il Sud, che necessità non di assistenzialismo ma di investimenti in infrastrutture, sanità, istruzione, ambiente, difesa del territorio, per recuperare a partire dal Recovery plan il ritardo creato in decenni di minori investimenti rispetto al nord. E ancora avremmo voluto sentire di un impegno sui temi della sicurezza e del contrasto alle mafie, che deve essere prioritario considerato l’interesse delle organizzazioni criminali a mettere le mani sugli enormi investimenti del Recovery plan.  Presidente, noi di Fratelli d’Italia le auguriamo di avere successo nelle tante e complesse sfide che attendono la Nazione. Siamo dalla sua parte, da Patrioti. Non restiamo all’opposizione perché attendiamo di marciare sulle macerie dell’Italia, come qualcuno vuole far credere, ma perché una democrazia compiuta ha bisogno di un’opposizione seria, attenta, che sia stimolo e sentinella per chi governa. Faremo opposizione con grande senso di responsabilità, come abbiamo già dimostrato di fare con i precedenti governi, in maniera seria, propositiva, costruttiva. Le auguriamo di avere compagni di viaggio altrettanto affidabili e responsabili.

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