Emanuela Talarico , Sindaco del Comune di Carlopoli “ La violenza sulle donne continua purtroppo ad essere un tema d’attualità e la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è un’occasione che ci permette di ricordare alle donne che subiscono violenza che non sono sole. L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo non sta fermando la violenza sulle donne. Anzi, questo periodo di quarantena, che confina le donne dentro le mura domestiche, tutto il giorno, con uomini violenti, rischia di metterle ancora di più in pericolo. Durante il lockdown i casi si sono triplicati. Sono assolutamente convinta che la politica dovrebbe impegnarsi ad offrire opportunità, in quanto senza una posizione lavorativa la donna si trova in una situazione di sudditanza, una posizione che le impedisce di ribellarsi al proprio carnefice, rinunciando a vivere. Attraverso le iniziative culturali bisogna sensibilizzare l’opinione pubblica, informando e aiutando, affinché le vittime di violenza, non solo fisica ma anche psicologica, trovino il coraggio di denunciare subito. Ma soprattutto urge creare una collaborazione forte da parte di istituzioni, associazioni e forze dell’ordine che lavorano contro la violenza sulle donne per agevolare percorsi di reinserimento lavorativo e recupero di autonomia.”
Valentina Perri , Assessore del Comune di Bianchi “ La violenza sulle donne, di base nasce da una cultura sbagliata o da un’assenza di cultura. Prima di lottare contro la violenza sulle donne, noi donne dobbiamo lottare per far sì che i nostri figli crescano istruiti e consapevoli. Abbiamo l’obbligo morale di insegnare ai nostri figli che la loro futura sposa non è una serva o una loro proprietà, e far sì che le nostre figlie abbiano un buon grado di istruzione per diventare donne libere e indipendenti sia psicologicamente che economicamente. Alla base di questo grande problema c’è una cultura sbagliata che nonostante il progresso, non si è ancora evoluta su alcune tematiche. Si comincia da uno schiaffo dato per sbaglio e si finisce a terra in fondo alle scale con qualche costola rotta. Bisogna denunciare, chiedere aiuto, ma bisogna farlo subito al primo campanello d’allarme. La denuncia però deve essere seguita poi da una giusta pena, ed è questo il secondo problema! Non sempre la legge riesce a tutelare queste donne che denunciano e dopo poche ore si ritrovano di nuovo insieme al proprio aguzzino perché viene lasciato libero fino al processo. Le nostre battaglie devono riguardare quindi l’indipendenza della donna e la certezza della pena, perché la storia ci insegna che sono pochi gli uomini che hanno pagato per i loro reati. Il mio pensiero in questo momento è rivolto a tutte quelle donne che non riescono a liberarsi dalla propria “prigionia” e che sono costrette a rimanere a casa rinchiuse tutto il giorno con il proprio carnefice. L’impegno che la politica deve mettere in atto è quello di parlare tanto di questi argomenti e far capire alle donne che devono denunciare e che non sono sole. Tutto ciò è possibile solo se si creano dei percorsi per rendere queste donne autonome.”
Maria Francesca Pascuzzi , Assessore del Comune di Soveria Mannelli “ Viviamo in un mondo in cui l’odio e la violenza sono sempre più parte integrante della nostra vita quotidiana. E come accade per la routine di tutti i giorni, a quest’odio e a questa violenza abbiamo fatto ormai l’abitudine, quando distrattamente sentiamo e leggiamo le notizie di giornali e telegiornali. È il momento di aprire gli occhi e leggere più attentamente, di ascoltare piuttosto che sentire, è il momento di urlare “BASTA”, di dare voce a chi purtroppo voce non ha più. È importante comprendere come quotidianamente assistiamo ad episodi di violenza contro le donne, da osservatori disattenti e passivi: questo non cambierà finché non capiremo che la violenza si esprime sulle donne in tanti, troppi modi. Sebbene quella fisica sia più facile da riconoscere, sono forme di violenza anche i maltrattamenti psicologici, lo stalking, i ricatti sessuali, i matrimoni riparatori, la violenza economica. Siamo tutti indistintamente responsabili. Ogni volta che facciamo finta di niente e ci giriamo dall’altra parte, ogni volta che restiamo in silenzio, ogni volta che non tendiamo una mano in aiuto a chi vive nella paura, ogni volta che colpevolizziamo la vittima e giustifichiamo il carnefice. Non è una battaglia solo delle donne, riguarda ognuno di noi. È un dovere comune fermare ogni tipo di violenza, sia quella che lascia lividi che quella che non fa rumore ma distrugge ugualmente. È dovere di tutti fermare questi numeri spaventosi, perché una società civile non può permettere tale orrore. Tutti possiamo fare la nostra parte. Partiamo da qui. Partiamo da noi.”
Laura Scarpino , Consigliere del Comune di Scigliano e Presidente Consorzio Intercomunale Valle Bisirico “ Oggi 25 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne, che è ancora tra le violazioni dei diritti umani più diffusi. Questo giorno rappresenta il momento più importante dell’anno per parlare, informare e sensibilizzare su questo grave problema che riguarda tutti i Paesi del mondo. Purtroppo una realtà quotidiana, una piaga, tuttavia sono ancora numerose le donne che alla fine non denunciano. Comprende reati come la violenza sessuale, lo stupro, senza dimenticare la violenza psicologica, la violenza in tutte le sue forme si consolida e si evolve. Per affrontare questo fenomeno credo che c’è bisogno di un profondo cambiamento culturale, significa attuare politiche specifiche e mirate in grado di superare queste diseguaglianze che portano 1 donna su 3 a vivere la violenza. Occorre reagire e non ignorare, chiedere aiuto è il primo passo. Cerchiamo di riporre fiducia nella nostre scelte, nella nostra sensibilità e comprensione, nella volontà di volere una società migliore per il presente e per il futuro. Ricordiamo, d’amore non si muore, si vive. “
Angela Davoli , Presidente Commissione Pari Opportunità del Comune di Soveria Mannelli “ Non solo oggi ma domani e fino a quando non sarà sconfitta la brutalità della violenza contro le donne è compito di tutti lottare per contrastarla. Fare rete, creare sinergia in un unico intento aiuterà” le vittime di violenza a non sentirsi sole e rassegnate al dolore, all’angoscia, alla paura, e ad acquisire la consapevolezza che si può uscire dalla condizione di soggezione e isolamento che stanno vivendo perché intorno a loro sono in tanti a lottare per proteggerle.”