A Reggio Calabria qualcuno ha deciso di violare le rigide restrizioni del lockdown. Alcuni negozianti, infatti, la cui categoria merceologica rientra tra quelle alle quali il DPCM Conte ha imposto la chiusura, hanno deciso lo stesso di alzare le saracinesche dei loro locali ed aprire al pubblico. Pochi, rispetto, comunque, rispetto al resto che si è adeguato alle normative anti-covid. Dpcm sostanzialmente rispettato in riva allo Stretto. Pochi clienti per chi ha rischiato e pochissime persone in giro, alle fermate dei pullman; traffico scarso lungo le arterie principali, e abbondante disponibilità di parcheggi, vero miraggio degli automobilisti nei giorni normali.
Bar e pasticcerie, hanno bloccato i loro ingressi: è vietato entrare, ma si può ordinare all’entrata per poi consumare tutto comodamente a casa. “Certo, non è come nei giorni normali – dice il titolare di una pasticceria sul viale Aldo Moro -. La perdita di clientela c’è, rispetto all’afflusso che avevamo quotidianamente davanti al banco. Tuttavia è necessario farlo per il bene di tutti. Speriamo che serva”.
Da questa mattina l’azienda di trasporto pubblico locale, l’Atam, in ottemperanza al Dpcm del 4 novembre 2020, e fino a nuove disposizioni, nell’ambito delle misure urgenti per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica, ha limitato la capienza dei propri bus al 50%. Ma molti pullman circolano con pochissima gente a bordo. (ANSA).

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