CATANZARO –  “Siamo un grande Paese. E saremo capaci di dimostrarlo soprattutto quando, ancora una volta, ci toccherà ricostruire un sistema economico e sociale già compromesso, con grande coraggio e responsabilità. Il coraggio e la responsabilità di milioni di persone che hanno consapevolmente scelto di limitare i propri spostamenti, magari prendendo ferie non potendo ancora fruire dello smart working, e tenere a distanza i propri cari per eccesso d’amore che, mai come questa volta si manifesta con concreta e mai troppa prudenza”. E’ quanto afferma Fulvio Scarpino, già assessore alle Politiche sociali del Comune di Catanzaro e componente del Centro Studi Politico-sociali “Don Francesco Caporale”, in una riflessione sull’emergenza coronavirus in atto. Misure che vengono rispettate con coscienza ancora prima che per decreto, perché gli italiani hanno un grande cuore e un grande senso della comunità. Ma quelle migliaia di persone che, per mancanza di senso civico o superficialità, per delirio di onnipotenza o semplicemente per ignoranza, anche ieri sera hanno preso d’assalto treni e autobus per tornare tra le braccia dei parenti che in maniera irresponsabile li accolgono, rischiano di vanificare la grande responsabilità e la lungimiranza di chi si è chiuso in casa e rispetta la legge, e prima ancora il buon senso. “Il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, sostiene che al Sud i casi sono ancora limitati e se si agisce in un momento iniziale della curva epidemica si può intervenire in modo significativo – afferma ancora Scarpino-. Allora, forse è arrivato il momento di invocare l’intervento dell’esercito: c’è bisogno di una decisione forte, per il bene di tutti. Esercito a presidiare stazioni ferroviarie e di autobus, esercito davanti al lungomare di ogni città dove giovani incoscienti, e non solo, si riversano per passeggiare per passare il tempo, non per una semplice boccata d’aria. Misure restrittive e quarantena obbligatoria a questi incoscienti che hanno dimostrato nei fatti di essere incivili. Tanto che i sindaci hanno dovuto chiudere parchi e ville comunali. Hanno dimostrato di non voler bene ai propri nonni, ai genitori anziani, ai conoscenti immuno-depressi, perché la loro superficialità colpirà, e forse anche a morte, i propri cari. Le conseguenze devastanti del virus non sono rappresentate dalla mortalità dell’infezione: il nostro il Sistema Sanitario rischia il collasso, mancano posti in terapia intensiva, mancano medici e infermieri e perfino guanti e mascherine. Del perché il nostro sistema sanitario, pur conoscendone sprechi e corruttele che ne hanno minato la base, discuteremo dopo. In questo momento è opportuno reperire posti letto da destinare alla terapia intensiva: l’80 per cento sono occupati da pazienti ‘ordinari’, è il momento di realizzare nei fatti l’integrazione con il Policlinico Mater Domini mettendo a disposizione il padiglione D della struttura universitaria a Germaneto, dove ci sono sei piani liberi, giusto per fare un esempio. La Regione Lazio ha acquistato 20 milioni di mascherine, cosa aspetta la Calabria a fare lo stesso? Non sarebbe il caso di individuare una figura forte e autorevole per affrontare l’emergenza in Calabria, ad esempio l’ex capo della Protezione civile, Bertolaso? E meglio ancora – conclude Scarpino – visto che il premier Conte ha dimostrato la propria inconsistenza, perché non si fa da parte per affidare a Mario Draghi la guida di un Governo di unità nazionale? Siamo certi che andrà tutto bene, ma dobbiamo mettere tutte le forze in campo affinché ciò accada”.

Indietro