“Girifalco in Azione” cerca sede e non solo. Lo fa sapere il referente Francesco Iozzi, parlando a nome di tutti i componenti. Iozzi fa prima la cronistoria del percorso politico che lo ha condotto ad aderire al partito di Carlo Calenda, “Azione”. «Ho militato per sette anni nel Partito Democratico, dal 2010 – racconta – e non mi pentirei mai di nulla se non fosse per come è finita per me quella esperienza. Lasciamo da parte i singoli eventi e qualche nome che sicuramente non farà storia né qui né altrove. Voglio parlare del futuro, ma senza dimenticare il passato. Negli ultimi anni della mia esperienza nel Pd ho maturato un’idea anche abbastanza articolata di come superare la vecchia forma partito e il modo di tare fra le persone; dunque, come fare politica nel migliore dei modi. Erano anni in cui la rottamazione tanto sbandierata non solo tardava ad arrivare, ma si traduceva nei territori con la restaurazione delle “ditte”, “correnti” ed altre forme di aggregazioni volte all’autoconsacrazione e conservazione. I ricorsi erano innumerevoli ma alla fine non cambiava nulla. L’unica cosa che è cambiata in questi territori è l’incidenza positiva della politica tra le persone: inesistente». Iozzi ha poi seguito con interesse “Harambee” di Matteo Richetti, ha partecipato alla prima convention all’Acquario romano. «Quel giorno – afferma – tanti big del partito vollero partecipare, eppure quella speranza di rinnovamento del Pd che veniva da lì, in poco tempo si esauriva. Oggi il partito “Azione” è in via di formazione. Questo sarà un momento fondamentale per il futuro, perché parole come statuto, obiettivi, circoli e comitati devono rispondere ad una funzione costruttrice di novità e passione per la “bella” politica». Iozzi immagina un partito che sia incentrato nella relazione positiva con le persone. «Insomma – puntualizza – mi piacerebbe che i comitati siano innanzitutto “sportello per il cittadino”, agenzie di formazione e informazione, luoghi dove si cercano risposte ai bisogni delle comunità, ma anche dei singoli cittadini». Ma perché tutto ciò sia possibile, è necessario che “Girifalco in Azione” possa trovare una sede. Per Iozzi, anche piccola, purché accogliente. «Con tanti volontari – afferma – al riguardo evidenzio il carattere provinciale del comitato e informo che continuano ad arrivare adesioni da altri comuni. Penso soprattutto a professionisti che intendano prestare gratuitamente e volontariamente le loro competenze e parte del loro tempo libero al servizio dei propri concittadini». «Insomma – conclude Iozzi – bisogna recuperare il senso di comunità, soprattutto in questi territori dove lo spopolamento ancora la fa da padrone e da lì cercare di costruire qualcosa di importante e duraturo. Noi di “Girifalco in Azione” ci crediamo».
Carmela Commodaro