SQUILLACE – Conferenza stampa a Squillace della capogruppo di “Squillace in Movimento” Anna Maria Mungo sul ricorso al Tar presentato per l’annullamento del decreto di nomina della giunta comunale di Squillace, che non rispetterebbe le cosiddette “quote rosa”. Alla conferenza hanno preso parte anche la consigliera regionale di Parità Tonia Stumpo, con il suo legale Giuseppe Pitaro, il legale dei ricorrenti Francesco Pullano, i firmatari del ricorso e i consiglieri di opposizione Oldani Mesoraca e Luca Occhionorelli. Lo scopo: chiarire i concetti dopo il rinvio deciso dal Tar l’11 settembre scorso. «Vogliamo soprattutto chiarire – ha affermato la Mungo – che quanto dichiarato dal sindaco non risponde al vero, in quanto il nostro ricorso non è stata una provocazione, né un atto strumentale, ma l’abbiamo fatto per rispetto delle istituzioni e della legalità. Il sindaco Muccari non ha colto la pronuncia del giudice amministrativo. Anzi, dico che grazie al nostro ricorso una donna quanto prima entrerà in giunta». Tonia Stumpo, che è intervenuta in giudizio con un atto “ad adiuvandum”, ha rimarcato il fatto che le regole vanno rispettate. E quando ci sono donne che non lasciano perdere e non mollano, i risultati si vedono». La Stumpo si è soffermata anche sul fatto che le donne sindaco in Calabria sono ancora pochissime, mentre la loro presenza nelle istituzioni va incentivata. L’avvocato Pullano ha chiarito che si sta combattendo una battaglia di civiltà. «Il sindaco – ha aggiunto – è incorso in un errore grave e non può assolutamente affermare che il Tar ha rigettato il ricorso. Vedremo se dal primo dicembre sarà integrata la giunta, come promesso dal sindaco». L’avvocato Pitaro, dal canto suo, ha definito Muccari «un piccolo dittatore sudamericano». «Abbiamo fatto in modo – ha poi affermato – che la legge venga rispettata. Occorre continuare a vigilare, perché il sindaco potrebbe pensare che la Mungo e la Stumpo molleranno e le cose potrebbero restare invariate. Complimenti, intanto, alla Stumpo per avere resistito alle pressioni del sindaco perché desistesse dalla battaglia di legalità intrapresa». Per Occhionorelli, «il comportamento del sindaco è illegale, per cui, se dovesse perdere la causa, si può adire la Corte dei Conti per il recupero delle spese che andrebbero a gravare sui cittadini». Infine, Mesoraca ha sottolineato che fina dall’insediamento il suo gruppo aveva denunciato la carenza nella composizione della giunta, chiedendo il ripristino della legalità. «Proseguiremo la nostra azione, come gruppi di minoranza – ha concluso – perché a Squillace vengano rispettate le regole».
Carmela Commodaro