Tra i tanti problemi che rendono la Calabria un luogo da cui i giovani si allontanano, dove ormai cresce l’inverno demografico, dove lo spopolamento è quasi irreversibile, si aggiunge anche la drammatica dimenticanza del Dopo di noi. La Calabria è, infatti, tra quelle regioni dove non si riesce a dare compiuta attuazione a quanto previsto dalla Legge n. 112 del 2016 – Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno famigliare, meglio conosciuta come “Dopo di noi“. La Regione Calabria, nei suoi servizi del Dipartimento Lavoro, si era attenuta nei termini per l’erogazione, a ben 30 Comuni, dei finanziamenti assegnati dallo Stato, consistenti in oltre 3 milioni di euro. A distanza di un anno e mezzo, però, quei Comuni non riescono ancora a rendicontare la somma liquidata nel dicembre 2017. Eppure l’approvazione di questa legge ha rappresentato una grande conquista di civiltà e futuro per le persone con disabilità grave e per le loro famiglie. Nei Comuni saranno pure tante le difficoltà ma, su questo punto prioritario di politica amministrativa e di servizio sociale, dobbiamo chiederci come mai l’attuazione fa fatica a essere realizzata per dare risposte a tutti quei genitori che oggi avvertono il dovere di preparare dignitosamente il futuro dei loro figli. Il legislatore ha messo al centro la persona disabile da supportare con solidarietà e sensibilità sociale, per dare risposte alle fragilità delle famiglie, che sono le uniche a dover fronteggiare le difficoltà quotidiane e il peso della solitudine. Senza dimenticare, poi, che si tratta di una legge che richiama quanto è scritto nella Costituzione italiana per il raggiungimento della pari dignità sociale. Per tale ragione esiste il Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave, da ripartire tra le Regioni e istituito presso il Ministero del Lavoro, che ha previsto 38,3 milioni di euro nel 2017, 56,1 nel 2018 e 56,1 nel 2019. Questa legge, nello specifico, disciplina <<misure di assistenza, cura e protezione nel superiore interesse delle persone con disabilità grave, prive di sostegno familiare in quanto mancanti di entrambi i genitori o perché gli stessi non sono in grado di fornire l’adeguato sostegno genitoriale>>, oltre la presa in carico di tutte quelle persone con disabilità quando ancora i genitori sono in vita, per garantire una vita dignitosa quando i genitori non ci saranno più. Un Fondo che prevede strumenti importanti, come: programmi e interventi di residenzialità con il co-housing, abitazioni o gruppi-appartamento e progetti per lo sviluppo dell’autonomia dei disabili privi di assistenza, oltre ad agevolazioni fiscali ed esenzioni e sgravi su trasferimenti dei beni dopo la morte dei familiari. Si tratta di una buona legge che pratica l’inclusione sociale delle persone diversamente abili, che al suo interno presenta un altro punto forte, richiamato all’art. 4 che prevede come al “finanziamento dei programmi e all’attuazione degli interventi possono compartecipare le Regioni, gli Enti locali, gli enti del Terzo settore, nonché altri soggetti di diritto privato con comprovata esperienza nel settore dell’assistenza alle persone con disabilità e le famiglie che si associano per le finalità della legge”. Affinché tutto questo valore istituzionale non vada disperso crediamo sia necessario un intervento da parte della Regione, non solo per monitorare l’applicazione della normativa e tutte le attività previste, ma anche per sviluppare e proporre iniziative progettuali finalizzate ad ulteriori supporti.