Immagini di un’epoca misteriosa, quella del ‘600, fatta di demoni e stregoni, esorcisti e donne possedute, restituite con la forza della parola, scritta e parlata. E della musica. La presentazione de “Le indemoniate”, l’ultimo lavoro di Maria Primerano, grazie al Festival d’Autunno Off – il festival dopo il festival, ha avuto il merito di regalare suggestioni. Non soltanto attraverso la lettura di alcune delle pagine più significative dei “Racconti fantastici di Tommaso Campanella al cardinale Richelieu”, sottotitolo del volume. Ma anche attraverso l’interpretazione di alcune arie (“Se tu m’ami” di Giovanni Battista Pergolesi, “O mio Signor” e “Lascia che io pianga” di Georg Friedrich Händel) interpretate dal soprano Fernanda Iiritano, accompagnata dalla pianista Maria Scalzo, che bene hanno introdotto le vicende descritte, con dovizia di particolari e dopo attente ricerche storiche, dall’autrice.

MUSICA E RECITAZIONE PER RICREARE ATMOSFERE DI UN’EPOCA MISTERIOSA

Una presentazione non convenzionale quella voluta dal direttore artistico del Festival, Antonietta Santacroce, costruita con un sapiente mix che ha rivelato l’essenza di questo testo capace di ricevere già importanti riconoscimenti come il premio Lord Byron di Porto Venere, il Premio Thesaurus Aulla di Massa, il Premio Locanda del Doge Lendinara di Rovigo, dove la scrittrice è stata definita la nuova Shéhérazade.

Sono state le voci recitanti di Francesco Passafaro e Francesca Guerra del Teatro Incanto a proiettare il pubblico nel pieno del clima seicentesco in cui si muovono i personaggi del libro. «Un romanzo storico – ha detto Antonietta Santacroce introducendo la serata che si è svolta nella sala delle esposizioni permanenti del Museo Marca, a Catanzaro – su fatti accaduti e scientificamente riportati da Maria Primerano. Cardiologa, scrittrice e musicista, è proprio la musica ad essere il fil rouge del racconto che – ha proseguito – celebra i 450 anni dalla nascita del filosofo calabrese Tommaso Campanella, nato a Stilo e finito, dopo anni di prigionia, alla corte di Luigi XIII, a stretto contatto con il potente cardinale Richelieu.“Le indemoniate” è un racconto vero e fantastico insieme che ha come protagoniste donne religiose e aristocratiche, nobili e borghesi, ricche e povere, analfabete e popolane. Personaggi tratteggiati con arguzia e spirito critico dall’autrice, partendo da un’attenta opera di ricerca e documentazione storica».

LA GENESI DEL LIBRO: “UNA PROMESSA MANTENUTA. DEDICATO A MIO PADRE”

Commossa, Maria Primerano, quando ha risposto alla domanda sulla genesi del libro: «L’ho dedicato a mio padre che era originario di Soriano, il paese in provincia di Vibo Valentia in cui sorgeva il più importante convento domenicano d’Europa e dentro al quale si sono svolti la maggior parte dei fatti che narro. E’ stato il sindaco di quel paese, Francesco Bartone, a chiedermi di scrivere qualcosa che riguardasse quella struttura conventuale: inizialmente mi misi a ridere. Poi, davanti a mio padre, gli promisi che lo avrei fatto. Quando papà morì, mi ricordai di quella promessa e cominciai a studiare, appassionandomi, ad esempio, ai diari dei frati e ad alcuni eventi che in quegli scritti, in parte il latino e in parte in volgare, venivano raccontati. Come la vicenda del quadro di San Domenico sotto il quale venivano portate le donne per essere esorcizzate». Da quel convento passò anche Tommaso Campanella. Dopo aver trascorso 10 anni nelle carceri del Sant’Uffizio, tornò in Calabria per riscattarla dal giogo spagnolo. Tradito dall’amico Soldaniero, venne condannato a 27 anni di carcere per congiure contro gli spagnoli. Nel 1635 fuggì riuscendo a raggiungere la corte di Luigi XIII, in Francia. Le sue doti divinatorie e di astrologo lo porterano a leggere la mano al re e a prospettargli l’oroscopo.

«Campanella – ha spiegato l’Autrice – inizia una frequenza giornaliera con Richelieu ed entra in contatto con un mondo che voleva stupire e che racconto con dovizia di particolari: le danze, i cibi, le musiche. Il frate calabrese fa conoscere al potente cardinale il rito della “taranta”, una pratica liberatoria. Si tratta – ha aggiunto – di un flusso continuo di argomenti che riguardano sia la corte, sia il convento e in cui si alternano alta aristocrazia e i relitti della società». Nel libro si evidenziano anche i diversi approcci tra Calabria e Francia relativamente alle indemoniate: nella nostra regione erano portate nel convento per i riti di liberazione, oltralpe finivano sul rogo.

«E’ un libro molto articolato – ha commentato Antonietta Santacroce concludendo l’incontro – in cui si evince un evidente rigore storico ma che si legge tutto d’un fiato per la grande capacità di Maria Primerano di coinvolgere il lettore con la sua scrittura. La presenza di artisti locali che hanno curato recitazione e musiche ha impreziosito questa presentazione che ha fatto conoscere più approfonditamente questo testo già pluripremiato».

Il prossimo incontro di Festival d’Autunno Off si terrà a fine gennaio. Sulle nostre pagine social potrete presto scoprire quale sarà l’evento in programma.

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