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CATANZARO – Dopo dodici mesi di attività sul territorio, si avvicina la conclusione del progetto “Connect”, promosso dal Centro Calabrese di Solidarietà ETS con il sostegno della Regione Calabria, attraverso il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità. Un progetto innovativo e multidimensionale, pensato per generare connessioni reali e durature nella lotta alla violenza di genere, e per dotare il sistema calabrese di nuovi strumenti culturali, operativi e conoscitivi. Il nome stesso del progetto – “Connect” – racchiude l’essenza dell’intervento: creare legami, consolidare reti, far emergere dati e bisogni. Un lavoro capillare che ha avuto al centro le operatrici sociali, con un corso di formazione intensivo della durata di 120 ore, strutturato su più livelli: 50 ore di lezione in aula, 3 seminari tematici, e 55 ore di stage presso la Casa Rifugio “Mondo Rosa”. L’obiettivo? Fornire competenze specifiche per affrontare i molteplici aspetti della violenza – da quelli psicologici a quelli legali – e rispondere in maniera adeguata e aggiornata alle necessità delle donne che subiscono abusi.

Ma “Connect” ha fatto molto di più: ha saputo parlare anche alla comunità, grazie a una serie di sondaggi periodici diffusi sia online che offline, che hanno coinvolto oltre 5.000 persone. I temi indagati sono stati cruciali per comprendere la percezione e la reale diffusione degli stereotipi e delle disuguaglianze: il sessismo nel linguaggio, la segregazione di genere nel mondo del lavoro, il gender gap in ambito scolastico e universitario. Le risposte raccolte sono oggi parte di un Report finale, disponibile sia in versione digitale che cartacea, che rappresenta una base preziosa per il futuro delle politiche pubbliche regionali in tema di parità di genere. Non è mancata la sensibilizzazione diretta: “Connect” ha portato i suoi messaggi nei luoghi informali di aggregazione giovanile della città di Catanzaro, attraverso eventi offline in cui si è dato spazio a slogan, pensieri, frasi e simboli che denunciano la violenza e propongono un cambio di prospettiva. Perché contrastare la violenza non significa solo occuparsi delle sue conseguenze, ma lavorare in profondità su cultura, linguaggi e consapevolezza. Tra gli aspetti più innovativi del progetto, va sottolineata proprio la volontà di costruire un sistema informativo territoriale basato su dati aggiornati e mirati, che potranno orientare anche le progettazioni future del Centro Calabrese di Solidarietà Ets e di altri enti pubblici e del terzo settore. In merito è prevista una pubblicazione di cui si daranno dettagli successivamente. Un vero e proprio seme di ricerca di genere, piantato in un territorio che troppo spesso soffre la mancanza di strumenti analitici disaggregati e territorializzati. Il progetto ha coinvolto una rete articolata di professioniste – psicologhe, sociologhe, avvocate, assistenti sociali – e ha fatto dell’interdisciplinarità uno dei suoi punti di forza. Un lavoro collettivo che non si conclude con la fine delle attività previste, ma che lascia una traccia importante nella crescita professionale delle partecipanti, nella produzione di conoscenza e nella capacità del Centro di farsi promotore di un cambiamento sociale.

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