
“La musica corale in Calabria, ieri e oggi” è stato il tema del convegno che si è tenuto a Sant’Andrea Ionio Marina su iniziativa dell’associazione culturale Schola Cantorum Officium nell’ambito dei festeggiamenti per i 25 anni di fondazione. Dopo il saluto del presidente Andrea Codispoti, il maestro Gianfranco Cambareri, presidente della O.C.C. Organizzazione Cori Calabria e docente di esercitazioni corali al Conservatorio “F. Torrefranca” di Vibo Valentia, ha presentato il mondo della coralità calabrese e illustrato i numerosi progetti avviati dalla Occ per qualificare il mondo corale in Calabria, sottolineando quanto sia importante che i cori siano guidati da direttori competenti e preparati. Questa dovrebbe essere una prerogativa di tutti, istituzioni ed enti che decidono di avviare una pratica corale seria, dalla scuola alle parrocchie. Ed è proprio in questa direzione che si è mossa l’azione della Occ in questi anni, avviando numerosi corsi di formazione per coristi e direttori in tutta la Calabria. Il maestro Christian Cosentino, direttore della Schola Cantorum Officium e docente di musica all’Istituto Comprensivo Patari-Rodari-Pascoli-Aldisio di Catanzaro, si è poi soffermato sulla tradizione del canto sacro a Sant’Andrea Ionio e nei paesi limitrofi. Il maestro Cosentino ha fatto fare un salto nel passato ai presenti illustrando, attraverso testimonianze documentate da immagini e testi, una storia di pratica corale che si tramanda per via orale da secoli. È stato emozionante, per i presenti, il momento in cui il maestro ha fatto ascoltare dei file audio registrati nei primi anni ’80: canzoncine e inni della tradizione popolare cantati da anziane donne non più viventi. Grande attenzione è stata dedicata ad alcuni canti che ancora oggi vengono praticati sia a Sant’Andrea Ionio che nei comuni viciniori, e che sono stati oggetto di un lavoro di ricerca, studio, recupero, trascrizione e infine elaborazione per coro da parte del maestro Cosentino, finalizzato alla documentazione di un patrimonio storico e culturale che negli anni rischia di scomparire insieme ai custodi di queste tradizioni, gli anziani, che rappresentano la memoria storica di una comunità. Don Fabrizio Fittante, maestro delle celebrazioni liturgiche dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, ha voluto sottolineare l’importanza della pratica del canto corale per arricchire le funzioni liturgiche. Don Fabrizio ha evidenziato quanto sia fondamentale che l’animazione della liturgia venga svolta con dovizia e preparazione, senza lasciare che la scelta dei canti segua una tendenza, ma piuttosto affidandosi a quello che la Chiesa ci indica attraverso documenti ufficiali quali il “Motu proprio tra le sollecitudini per la musica sacra” di San Pio X e le tradizioni tramandateci dai nostri padri, anche attraverso i canti popolari. Le conclusioni sono state affidate al professor Giuseppe Giordano, etnomusicologo e docente di antropologia della musica all’Università di Roma Tor Vergata, il quale ha evidenziato l’importanza degli studi e delle ricerche sulle tradizioni popolari, sulle pratiche diffuse di canto corale e sulle usanze tramandate per via orale. Particolare attenzione è stata rivolta al canto dell’Ufficio, una tradizione ancora molto diffusa in diverse comunità calabresi, in particolare a Serra San Bruno e Sant’Andrea Ionio. Il professor Giordano ha documentato e presentato alcuni video e audio di frammenti di questa pratica corale, registrati nelle serre calabresi e da lui trascritti su partitura musicale. È emersa l’indubbia provenienza di questi canti dal gregoriano, certamente un po’ adattato e rimodulato per via della oralità attraverso cui è stato tramandato nel corso degli anni. Ricollegandosi con quanto esposto dagli altri relatori, il professor Giordano ha voluto evidenziare quanto i nostri padri, pur non essendo dei liturgisti e senza aver svolto mai studi sulla liturgia, sapessero comunque come e quando utilizzare alcuni canti in base al tempo liturgico. Il maestro Cosentino ha poi invitato il professor Giordano in Calabria per assistere di persona all’esecuzione del canto dell’Ufficio e di altri brani della tradizione popolare. Sarà l’inizio di una collaborazione che dovrà riuscire a documentare e materializzare il maggior numero di canti possibili. Il convegno organizzato dall’associazione culturale Schola Cantorum Officium è stato, quindi, l’occasione giusta per tracciare la strada verso un’opera più approfondita di studio e di recupero dei canti della tradizione orale di Sant’Andrea Ionio e dei paesi limitrofi, un omaggio alla memoria di tutti coloro che nel corso degli anni hanno saputo trasmettere questa passione e vocazione verso il canto devozionale, fino a farlo giungere sino a noi. Un lavoro volto a far emergere quell’elemento culturale che ha contraddistinto per secoli la nostra terra e che rischierebbe altrimenti di andare perso.
Carmela Commodaro