«Un procedimento elettorale che si è svolto regolarmente attraverso l’esercizio libero e democratico del diritto di voto svolto dalla comunità di Squillace». Usano termini entusiastici gli avvocati Francesco Pitaro, difensore del sindaco Enzo Zofrea e dei consiglieri di maggioranza, e Oreste Morcavallo, difensore del Comune, dopo il pronunciamento del Tar Calabria che ha rigettato il ricorso elettorale con cui la candidata a sindaco della lista “Progetto Squillace” Anna Maria Mungo chiedeva di verificare la legittimità o meno delle operazioni elettorali svoltesi l’8 e il 9 giugno 2024 per il rinnovo del Consiglio comunale di Squillace. Il risultato ha sancito la vittoria della lista “Siamo Squillace” con l’elezione a sindaco di Enzo Zofrea per 10 voti sulla lista “Progetto Squillace”. Alla tornata elettorale ha partecipato una terza lista “CivitaSquillace” con candidato a sindaco Stefano Carabetta e, tra i consiglieri, il sindaco uscente Pasquale Muccari. Nel ricorso proposto da Mungo, difesa dall’avvocato Francesco Pullano, si faceva riferimento a gravi anomalie nel conteggio delle schede dei votanti, nelle operazioni di voto e di scrutinio. In particolare, la ricorrente ha fatto un lungo elenco di probabili irregolarità, come la mancanza di corrispondenza tra il numero dei votanti e il numero delle schede votate e scrutinate in alcune delle quattro sezioni elettorali di Squillace; e, in via gradata, si chiedeva l’annullamento del risultato delle elezioni, con conseguenziale rinnovo delle operazioni elettorali, limitatamente alle sezioni 1, 2 e 4 per le quali il risultato elettorale sarebbe risultato illegittimo. «Il Tar – dichiarano Pitaro e Morcavallo – ha confermato quello che sin dall’inizio abbiamo sostenuto nei nostri atti difensivi e cioè che mere sviste o semplici ed ininfluenti discrasie numeriche non possono invalidare l’esito elettorale. L’esito elettorale che ha visto vincente Enzo Zofrea è frutto della genuina volontà popolare che ha forza preminente e privilegiata». La compagine “Progetto Squillace”, dal canto suo, afferma che «le decisioni dei giudici vanno sempre rispettate anche se ritenute ingiuste. Valuteremo con calma la sentenza emessa dal Tar e le sue motivazioni, per capire se sussistono le ragioni per proseguire l’iter giudiziario o accettare definitivamente l’esito». La parte ricorrente Mungo è stata condannata al pagamento delle spese di lite in favore del Comune ed in favore dei controinteressati, oltre agli accessori di legge.
Carmela Commodaro