La solenne apertura del Giubileo 2025 della Chiesa arcidiocesana di Catanzaro-Squillace si è svolta il 30 dicembre nella basilica concattedrale di Squillace, che ha seguito quella di Catanzaro avvenuta il giorno precedente. Un evento straordinario che ha visto la partecipazione di centinaia di fedeli provenienti dalle parrocchie delle foranie di Soverato, Chiaravalle Centrale, Serra San Bruno e Squillace, con la presenza di diverse autorità civili e militari, di decine di sindaci del comprensorio, di tutti sacerdoti e religiosi, di rappresentanti di movimenti, gruppi, confraternite e organismi parrocchiali. Il raduno dell’assemblea diocesana ha avuto luogo nella chiesa di San Matteo e, dopo la processione sul corso principale della città, la celebrazione è stata presieduta nella concattedrale dall’arcivescovo metropolita monsignor Claudio Maniago. «Con questa seconda assemblea – ha esordito il presule nell’omelia – iniziamo il nostro Anno Santo, per crescere e rinnovare la nostra fede, far maturare il nostro impegno». «La presenza delle autorità civili e militari e dei sindaci – ha affermato Maniago – sottolinea la presenza importante della Chiesa sul territorio. Iniziamo questo cammino insieme, che non è una formalità, ma è la risposta a delle chiamate: quella del Papa e di Gesù, con l’invito a entrare nella Porta Santa. Occorre comprendere la prospettiva che il Papa ci ha dato come pellegrini di speranza. Il Santo Padre auspica che il Giubileo possa essere un incontro vivo e personale con Gesù e noi siamo certi che questo anno sia tempo di speranza, perché ci impegna alla trasformazione del mondo. Invito tutti a passare spiritualmente quella soglia per entrare in questo tempo di grazia. È un’esperienza per tutti, nessuno escluso. Non è necessario bussare, perché la porta è aperta. Anche qui, nella nostra Chiesa viviamo il giubileo, lasciandoci alle spalle contese e divisioni. La porta spalancata che siamo invitati ad attraversare è proprio Gesù». Poi mons. Maniago si è chiesto con quale spirito vogliamo vivere l’Anno Santo, rispondendo: «con lo stupore dei pastori che andarono senza indugio verso Gesù. Dobbiamo tradurre la speranza nella nostra vita di tutti i giorni, metterci in cammino abbandonando ogni forma di pigrizia». «E quali saranno – ha aggiunto – i passi concreti da fare? Camminare con la speranza che nasce e si fonda sull’amore. Ogni nostra attività, le feste religiose, le novene, i tridui, dovranno riferirsi al tema della speranza cristiana, fondata sulla certezza che niente potrà separarci dall’amore di Dio. Poi l’impegno personale, nei gruppi, nei movimenti, nelle associazioni, a vivere i vari momenti riscoprendo il valore della preghiera e del silenzio. Quindi, l’impegno a tradurre la speranza nelle diverse situazioni della vita: non sostare nella mediocrità, nella pigrizia. Questo è un tempo di rinnovamento e di risveglio dal torpore». «Ma dove dobbiamo andare?» ha chiesto ancora mons. Maniago. «Dove la vita è tradita – ha risposto – verso la stanchezza di chi non ce la fa; i carcerati, i luoghi profanati dalla guerra e dalla violenza. Dobbiamo portare la speranza per le sorelle e i fratelli che si trovano in condizione di disagio: ammalati, giovani che vivono nella noia e nella malinconia, anziani soli, i migranti, maggiore attenzione verso i poveri. Bisogna vincere l’indifferenza offrendo gesti di accoglienza. Basta uno sguardo fraterno, un servizio gratuito, un gesto di amicizia. E occorre guardare al futuro con speranza ed entusiasmo, recuperando la gioia di vivere». Ma secondo l’arcivescovo l’esperienza più importante è la conversione, il cambiamento; vivere anche l’esperienza della riconciliazione e del perdono che può permettere di cambiare il futuro. «Occorre impegnarci – ha rimarcato – perché le nostre comunità siano luoghi di riconciliazione e di pace». «La speranza – ha concluso – diventi contagiosa per quanti la desiderano». Al termine del rito l’arcivescovo ha consegnato la “croce dei pellegrini di speranza”, realizzata dai ragazzi del Centro calabrese di solidarietà, che accompagnerà nell’anno giubilare i quattro cammini della nostra diocesi, in particolare al cammino Bruniano, al cammino delle Preserre e al cammino Vivariense. L’hanno presa in consegna i rettori dei Santuari e delle chiese e una delegazione delle comunità da cui avranno inizio i cammini e i pellegrinaggi nell’Anno santo 2025. Anche la concattedrale di Squillace sarà un luogo speciale, meta di pellegrinaggio e preghiera, dove sarà possibile ricevere l’indulgenza plenaria.
Carmela Commodaro

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