“Perché Chiaravalle sta morendo?” è la domanda che il Movimento politico-culturale “Radici e Ali” di Chiaravalle Centrale si pone con accorata passione, mettendo in luce “le drammatiche trasformazioni che il paese ha subito negli ultimi due decenni”. La cittadina calabrese ha visto un costante spopolamento, “perdendo negli ultimi vent’anni più di un terzo dei suoi abitanti”. Le cifre sono impietose: “Dalla vivacità che caratterizzava i suoi quartieri fino agli anni ’90, Chiaravalle è scivolata verso un declino che sembra inarrestabile”.
Il declino è legato soprattutto “alla crisi economico-produttiva e al venir meno di una struttura impiegatizia che un tempo rappresentava il cuore pulsante della città. Le progressive chiusure degli uffici pubblici, dell’ospedale civile, e di altri enti legati all’impiego statale hanno provocato un lento svuotamento della città. L’impiego pubblico, che dava sicurezza e stabilità economica, è andato via via scomparendo, lasciando dietro di sé solo incertezze e difficoltà per chi ha scelto di rimanere”.
Secondo “Radici e Ali”, per invertire la rotta sarebbe stato necessario “più coraggio e spirito di iniziativa, ma le istituzioni locali non sono riuscite a promuovere progetti capaci di ridare vitalità alla città”. Serviva “un cambio di passo, una visione che trasformasse Chiaravalle in un centro che potesse attrarre giovani, opportunità lavorative e nuovi investimenti. Tuttavia, questa visione non si è mai concretizzata”.
“I cittadini – prosegue il Movimento – si chiedono dov’è finito lo slancio ideale che aveva caratterizzato la prima consiliatura a guida Donato. Quella stessa amministrazione, che all’inizio sembrava desiderosa di cambiare realmente le sorti della città, oggi appare ingessata, priva di coraggio e di progettualità. L’entusiasmo delle prime iniziative è stato soffocato dalla burocrazia, dalla paura di sbagliare e dall’assenza di una visione concreta per il futuro”.
“La politica ha una grande responsabilità. Riuscirà a trovare il modo di far rinascere Chiaravalle? O resteremo a guardare la città svuotarsi giorno dopo giorno, fino a diventare un luogo fantasma, privo di prospettive e di speranze?” conclude la nota. “Le risposte sono ancora tutte da scrivere, ma il tempo per agire si sta esaurendo. La storia di Chiaravalle può ancora cambiare, ma servono coraggio, idee e una vera volontà di rinnovamento”.