“Ogni fiore un nome” è il titolo dell’evento che si è tenuto a Squillace sul tema della violenza di genere, in riferimento alla giornata del 25 novembre sull’eliminazione della violenza contro le donne. È stato organizzato dal Comune di Squillace, in particolare dall’assessore alle Politiche giovanili Natascia Mellace e dalla delegata all’Istruzione Daniela Lioi, con la collaborazione del liceo artistico di Squillace e la partecipazione delle terze della scuola media di Squillace centro e Squillace lido. Nella Casa delle culture si è tenuto un convegno a cui ha partecipato il sindaco Enzo Zofrea che ha salutato i convenuti e ha ringraziato i dirigenti scolastici Tommaso Cristofaro, per il liceo, e Alessandro Carè, per l’Istituto comprensivo, per la collaborazione data alla manifestazione. «È un’occasione di preziosa riflessione e di confronto – ha affermato Zofrea – fondamentale per costruire una società basata sul rispetto e sull’uguaglianza». Per Daniela Lioi, «una società che non rispetta la donna non va bene, ai ragazzi presenti chiedo di essere sempre rispettosi verso le donne per una società migliore». Il preside Cristofaro ha ringraziato l’amministrazione comunale per aver coinvolto scuole ed esperti del settore. Ha paragonato la violenza contro le donne ad una malapianta che ha radici ben radicate nel terreno. «Ecco – ha detto – bisogna agire sul terreno che alimenta la malapianta, come la scuola, la famiglia, i servizi sociali che devono essere in sinergia tra loro per prevenire situazioni di disagio». Uno studente, Francesco Pio, ha poi relazionato su cosa subiscono le donne e su quanto sia necessario coltivare uguaglianza. È stata la volta dell’avvocato Stefania Figliuzzi, rappresentante dell’Osservatorio regionale contro la violenza di genere, presidente del centro antiviolenza regionale “Attivamente coinvolte” e consigliera nazionale DiRe Calabria, la quale ha descritto ai ragazzi che cos’è un centro antiviolenza e li ha esortati ad essere sempre vigili e attenti ai segnali di una probabile violenza. «Quando assistete a situazioni di violenza – ha aggiunto – non esitate a segnalare agli organi competenti, anche perché per i ragazzi assistere ad una situazione di violenza può portare a traumi che poi devono essere attenzionati dagli esperti. Diffidate da chi ha subito violenza e dice che può aiutare perché chi ha subito violenza non ha superato facilmente il dramma vissuto: ancora si è fragili, per cui rivolgetevi ai centri specializzati». Il centro antiviolenza “Attivamente coinvolte” ha realizzato una guida in cui viene descritto il percorso necessario da fare per chi denuncia una violenza. Figliuzzi ha poi comunicato che è stata aperta in Calabria, a Pizzo, “la casa emergenziale” che consiste in due appartamenti per l’accoglienza di donne vittime di violenza attraverso un protocollo con il Comune e in collaborazione con carabinieri e polizia. Si è detta, quindi, disposta ad istituire un premio regionale con l’istituto Majorana per due o tre attiviste che nel lavoro di accoglienza ci mettono il cuore. La psicologa Nicole Gagliardi, dello stesso centro antiviolenza, ha dialogato con i ragazzi indirizzando il suo intervento su cosa è una relazione sana o malata e su quali sono i segnali che devono mettere in allarme le ragazze in un rapporto in cui si è coinvolti emotivamente. È seguito l’intervento dell’avvocato Adele Manno, vicepresidente nazionale Soroptimist, organizzazione di donne impegnate negli affari e nelle professioni che promuove l’avanzamento della condizione femminile e dei diritti, la quale si è soffermata sulla cyberviolenza e su quanto la rete dei social non sia sicura. «Molte violenze – ha evidenziato – avvengono nel cyberspazio: bullismo, revenge porn, violenza di genere». L’assessore comunale Natascia Mellace nel suo intervento ha affermato che «la lotta contro le disuguaglianze di genere inizia con l’educazione e il rispetto. È necessario mirare alla costruzione di una società accogliente, inclusiva e non violenta, attenta alle differenze e all’accettazione dell’altro. Partire dai giovani per formare un nuovo contesto basato sui principi di equità, rispetto delle differenze. Destrutturare comportamenti atavici basati su stereotipi e avere una società dell’ascolto, responsabile e soprattutto libera». Tante sono state le domande dei ragazzi (Vittorio, Alessandra, Consuelo, Sofia, Raluca, Mariarosaria) sull’argomento. All’incontro erano presenti anche i carabinieri della stazione di Squillace e la polizia municipale. I ragazzi della terza media di Squillace lido hanno cantato la canzone di Zucchero “Donne”. La manifestazione si è conclusa con una suggestiva performance in piazza Vescovado, realizzata dai ragazzi del liceo artistico di Squillace. La performance “Ogni fiore un nome” rappresenta il simbolo di quelle vite che non hanno avuto il tempo di fiorire; ogni fiore bianco ai lati del tappeto rosso racconta una storia di purezza, speranza e sogni infranti. Il bianco dei fiori rappresenta l’innocenza violata di tante giovani vittime. La performance ha messo in risalto come i ragazzi, raccolti i fiori bianchi, dimostrano un riconoscimento del valore e della bellezza che ogni donna ha, ma poi come accade spesso nella realtà il fiore viene ferito e distrutto. Nel finale della performance vi era una ragazza che sedeva al centro del tappeto rosso con un fiore tra le mani dal significato profondo: il fiore spezzato, simbolo delle vite spezzate, diventa un punto di partenza nonostante le cicatrici dalle quali è possibile ricostruire e rinascere. La voce narrante di una ragazza durante la performance diceva: “Sul tappeto rosso, simbolo di un cammino tracciato dal destino, i fiori bianchi riposano come anime innocenti, fragili, testimoni una violenza che non conosce pietà. Il loro candore parla di purezza, di vite spezzate prima ancora di fiorire, mentre l’aria intorno sembra trattenere il respiro, carica di emozioni invisibili ma tangibili. E nel silenzio del momento che il dolore urla più forte”.
Carmela Commodaro

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