È stata celebrata a Davoli, nella parrocchia di San Roberto Bellarmino, per l’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, domenica scorsa, la giornata mondiale dei poveri che quest’anno è stata incentrata sul tema “La preghiera del povero sale fino a Dio”. La chiesa davolese era gremita di persone che hanno voluto riflettere e pregare affinchè cessi ogni tipo di povertà. L’evento è stato organizzato dalla Caritas diocesana e da Fondazione Città Solidale, con la partecipazione di volontari e operatori delle Caritas parrocchiali e degli ospiti e delle équipe delle strutture gestite dalla Fondazione guidata da padre Piero Puglisi. È stato proprio padre Piero a presiedere, in rappresentanza dell’arcivescovo mons. Claudio Maniago, la santa messa, concelebrata con don Gregorio Montillo, attento “padrone di casa” e don Pietro Pulitanò, direttore della Caritas diocesana. Durante la messa è stata avviata ufficialmente la settimana missionaria della parrocchia di Davoli con la presenza dei Missionari Oblati di Maria Immacolata. Padre Piero ha fatto riflettere i fedeli sul senso della giornata e su come essa non sia sufficiente se non cambia il cuore delle persone e non fa nascere propositi di bene. Ha sottolineato, inoltre, come «la povertà è una dimensione costitutiva di ogni essere umano e come i poveri siano uno specchio che ci rimanda alle nostre piccolezze. La povertà non è astratta ma ha il volto di donne, uomini, bambini che vengono sfruttati». Ha raccontato come in diocesi, attraverso Fondazione Città Solidale, si cerchi di dare una risposta alle diverse povertà: 25 strutture che accolgano in modo residenziale circa 250 persone. «È forse anche questo – ha detto padre Piero – un segno tangibile di un Dio che non lascia inascoltata la preghiera del povero, che si fa risposta attraverso di noi che con umiltà siamo consapevoli di non essere mai soli ed abbandonati». Tanti, dunque, i richiami al messaggio di Papa Francesco per questa importante giornata, celebrata in una parrocchia accogliente come quella di Davoli, che subito dopo la messa ha voluto offrire il proprio servizio, un segno tangibile di condivisione e di comunione attraverso cibo e parola quella che crea nuove relazioni e che non fa sentire solo nessun povero.
Carmela Commodaro