Un nuovo grande murale è stato inaugurato a Palermiti. È stato realizzato dal noto street artist Leonardo Cannistrà, calabrese di Fossato Serralta. Rappresenta la vicenda di Murorotto relativa alla storia del prodigioso quadro della Madonna della Luce, compatrona di Palermiti. L’iniziativa è stata dell’associazione Cabot Covo, presieduta da Antonio Sica. Cannistrà ha realizzato il bellissimo dipinto sulla facciata di un’abitazione privata in via Regina Elena messa a disposizione dalla signora Anna Gagliardi, che ha collaborato economicamente alla realizzazione dell’opera. Il murale è stato benedetto dal parroco don Alessandro Nicastro nel corso di una cerimonia alla quale hanno preso parte, oltre al sindaco di Palermiti Domenico Emanuele, i rappresentanti dei comuni che fanno parte del percorso che nel 1700 seguì miracolosamente il quadro della Madonna prima di fermarsi a Palermiti: i sindaci Antonio Tino (San Vito Ionio), Francesco Casalinuovo (Cenadi), Fernando Sinopoli (Centrache), la vicesindaca di Petrizzi Antonella Paonessa e Rita Paparazzo in rappresentanza del Comune di Olivadi. L’artista Cannistrà è pittore e scultore pluripremiato anche a livello internazionale; negli ultimi anni si è avvicinato molto alla street art collaborando con diversi comuni e associazioni per la valorizzazione di edifici e borghi. L’opera inaugurata domenica scorsa rappresenta la storia del prodigioso quadro di Murorotto, in agro di San Vito Ionio. Nel 1720 alcuni contadini notarono una luce provenire da questo luogo: la luce misteriosa proveniva da un quadro in un muro raffigurante una Madonna vestita di rosso con un mantello azzurro, che sul braccio sinistro portava Gesù bambino e nella mano destra una fiaccola ardente. Molti fedeli giunsero sul posto dove avvennero molti miracoli. Molti muratori provenienti dai paesi vicini (San Vito sullo Ionio, Cenadi, Olivadi, Centrache) cercarono di staccare il quadro per portarlo in un luogo che fosse più degno, ma nessuno riuscì a rimuoverlo. Giunse sul luogo un certo De Marco di Palermiti che al primo colpo di piccone riuscì a staccarlo dal muro. A questo punto tutte le persone volevano il quadro ma dovettero mettersi d’accordo e così facendo giunsero ad una soluzione. Il quadro si doveva mettere su un carro trainato da buoi senza guidatore: dove si sarebbe fermato lì doveva rimanere il quadro. Il carro attraversò San Vito, Cenadi, Olivadi, Centrache e solo quando giunse a Palermiti i buoi si inginocchiarono nelle vicinanze della vecchia chiesa di San Giusto dove il quadro venne sistemato.

Carmela Commodaro

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