Il Veneto, la Lombardia e l’Emilia Romagna insieme detengono il 40% del prodotto interno lordo nazionale. La solidarietà nazionale và in frantumi insieme alle nuove competenze individuate tra le oltre 500 funzioni  oggi gestite dallo Stato sulle ventitré materie  su cui le Regioni a statuto Ordinario possono stipulare intese che trasferiscono competenze. Le tre Regioni ottengono le risorse per esercitarle, calcolate a partire dal gettito fiscale gestito sul territorio, senza compensazioni perequative. Nel Paese europeo l’Italia caratterizzato dalla maggiore diseguaglianza territoriale interna tra tutti paesi europei. Un’enorme quantità di ricchezza, oltre 75 miliardi di euro all’anno si sposta dai territori più indigenti a quelli più benestanti. Come sé non bastasse una volta assegnate le risorse alle Regioni è pressochè impossibile tornare indietro senza il consenso delle Regioni stesse dal momento  che la procedura esclude iniziative unilaterali dello Stato e rende oltremodo complicato se non impossibile il Referendum abrogativo. Per tutte queste ragioni istituzionali la vittoria di De Pascale alla Presidenza della Regione Emilia Romagna di domenica e Lunedì è fondamentale per la battaglia contro l’autonomia differenziata, perché delle Regioni principali che possono realizzare queste intese su un numero notevole di materie, questa è l’unica Regione dove il Consiglio Regionale ne ha chiesto l’impugnativa alla Consulta ed è l’unica delle  tre dove la lega non è al Governo. Questa Regione l’Emilia Romagna rappresenta l’avamposto per non realizzare una istitualizzazione della divisibilità non solo sostanziale della Nazione già esistente, ma anche formale superando i dettami della legge fondamentale.

 
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