È stato un successo il concerto di Massimiliano Lepera al Museo del Rock a Catanzaro, lo scorso 9 novembre. Successo di pubblico, con tanti giovani presenti, e successo per la qualità della scaletta della manifestazione che ha ripercorso un significativo impegno del poliedrico Lepera, coaudivato dall’antropologa Francesca Noemi Pia Carello. Insieme hanno creato una performance fatta di brani musicali, letture e poesie di Carello, come “Tutto da Inventare”, “Desiderio di Pace”, “Disumanità della nostra Era”, lette dall’autrice stessa; e di canzoni eseguite da Lepera, alcune eseguite dal vivo con chitarra acustica e classica e altre con le basi e con l’ausilio di videoclip musicali realizzati nel tempo. Gli innesti musicali si sono alternati con brani del cantautore Lepera , giornalista, professore e scrittore e con pezzi del grande Fabrizio De Andrè, artista che Lepera sente come un ispiratore per tutto quello che lui realizza. “Sguardi D’Anima” è uno dei suoi ultimi lavori, una raccolta di aforismi, poesie e liriche già premiata in concorsi nazionali. Ed è anche autore del libro fresco di stampa “Daniele. Fraterno Serafico Amico”. Lo spettacolo è iniziato con la lettura delle poesie “Carpe Diem” e “La vita è una giostra”, per proseguire con i pezzi musicali: “L’Italia è un Belpaese”, continuando con “Momenti”, “Musicalabria”, “Paranoia Folk”, “Fugace Ricordo”, “Jamal” con videoclip realizzato a Riace, “Evviva il Natale”, “Assembramenti”, “Giramondo”, “Vento in faccia” e la sua ultima creazione “La Grammatica è Sgrammatica”, realizzata con gli studenti del liceo dove Lepera insegna. Il brano mette in evidenza come si faccia un uso distorto della grammatica soprattutto sui social, quasi a semplificare in modo frenetico la comunicazione. Di De Andrè sono state eseguite “Se ti tagliassero a pezzetti”, “Bocca di Rosa” e “Fiume Sand Creek”. I temi trattati con grande delicatezza hanno riguardato la guerra, la libertà d’espressione, la pace, gli ultimi e i diseredati, l’emarginazione, l’immigrazione, l’accoglienza, il razzismo, le radici e la Calabria. Insomma uno spettacolo piacevole con la partecipazione del pubblico in sala che ha gradito quell’ora e mezza di buona musica e di cultura fatta di messaggi profondi di chi ogni giorno s’interroga sui temi importanti e reali che ci circondano.
Carmela Commodaro