Nell’ambito del “Festival del mare itinerante”, si è svolta domenica 29 settembre, nel pomeriggio, a Squillace, nella Casa delle culture, la conferenza stampa sui cetacei nel mar Ionio calabrese: ricerca scientifica, conservazione e prospettive future. Le biologhe marine M. Assunta Menniti, direttrice scientifica del Cesram, Maria Grandinetti, consulente scientifica del Cesram e Rosanna Agresta, biotecnologa ambientale del Cesram, hanno intrattenuto il pubblico sul tema, dopo l’introduzione del consigliere comunale delegato all’ambiente Luigi Vallone. Il Cesram (Centro Studi e Ricerca Ambiente Marino) è un’associazione no profit nata a novembre 2010 dalla passione per il mare e la natura che lega i suoi soci fondatori. La maggior parte dei componenti sono professionisti biologi e naturalisti che dedicano la loro esperienza alla divulgazione scientifica mediante attività di educazione ambientale al fine di fare avvicinare i giovani alle scienze naturali. Obiettivo principale dell’associazione è lo studio e la salvaguardia delle specie protette e degli habitat marino-costieri. Ed è ciò che è stato fatto con la conferenza di Squillace. Menniti, in particolare, ha parlato dell’importanza dei cetacei, puntando l’attenzione sulle specie presenti nel mare Ionio, nel golfo di Squillace e nelle acque costiere che vanno da Botricello a Brancaleone. Ha parlato degli obiettivi che il Cesram si prefigge per la salvaguardia dei cetacei. «Abbiamo finora avvistato – ha detto – quattro specie: il delfino tursiope, la stenella, il delfino comune e il grampo. Studiamo questi animali perché sono top predator e contribuiscono al mantenimento dell’equilibrio dell’ecosistema, ci danno indicazioni sui livelli di inquinamento e hanno un grande valore riguardo alle problematiche della conservazione». Menniti ha citato anche le norme che regolano la protezione di questi animali, come la direttiva Habitat ed ha evidenziato che la ricerca ha ridotto il divario conoscitivo sulla presenza e sulla distribuzione delle specie dei cetacei. «L’obiettivo della ricerca – ha rimarcato – è di integrare i programmi di conservazione e di informare sulla presenza dei cetacei nel nostro mare. Lo studio contribuisce a definire misure di conservazione precise in un’area ricca di biodiversità, ma che è colpita da crescenti minacce antropiche». La biologa marina Grandinetti si è poi soffermata sulla “voce” dei mammiferi marini, facendo ascoltare i vari suoni (clic e fischi) prodotti da questi animali, sottolineando che la comunicazione acustica nei cetacei ha un ruolo importante e facendo riferimento alle azioni di tutela contro l’inquinamento acustico. Infine, la dottoressa Agresta ha mostrato, specie al pubblico più piccolo, immagini e video degli animali marini presenti nel nostro mare.
Carmela Commodaro

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