E’ stata messa definitivamente la parola fine al processo che ha interessato l’appuntato scelto Q. S. dei carabinieri forestali Rocco Bruno CARUSO, lo stesso coinvolto nell’operazione “Anteo” scattata alle prime luci dell’alba del 17 maggio 2021, la sentenza di assoluzione pronunciata dal Tribunale di Catanzaro in data 20 marzo 2024, scaduti i termini di legge, è passata in giudicato e pertanto è diventata inappellabile. Una sentenza piena, corredata da ampie motivazioni che non lasciano ombre di dubbio circa la condotta e l’operato di Caruso, è stata ricostruita grazie ai testimoni di accusa e della difesa l’intera vicenda che vedeva coinvolto l’appuntato, durante il dibattimento i suoi legali avv. Francesco MUZZOPAPPA e Salvatore STAIANO hanno ampiamente dimostrato che a carico di Caruso non c’erano prove certe di colpevolezza bensì solo delle illazioni comprese le intercettazioni che lo riguardavano in quanto si sono rivelate mendaci, in particolare è emerso che le indagini non sono state condotte per come dovevano, si è peccato di superficialità e poco approfondimento in quanto i fatti emersi a fine processo parliamo di circa 3 anni, erano cose già risapute dall’inizio, si è trattato per come si dice in gergo di un ennesimo caso di malagiustizia dove a pagare è stato solamente l’appuntato, che pur essendo innocente ha dovuto permanere per ben 90 giorni agli arresti domiciliari e sottoposto a firma per un anno intero, lo stesso sospeso dal servizio dal 17 maggio 2021 è ora in attesa di reintegro in servizio ed in attesa dei risarcimenti economici spettanti per legge.
Si è chiusa una pagina triste della giustizia italiana, l’ennesima, che ha visto coinvolto una persona perbene dedito al suo lavoro, un uomo serio che ha messo i valori della famiglia e delle Istituzioni al primo posto nella sua vita, Caruso non meritava tutto questo fango gettato sulla sua persona, lo rinfranca la stima e la fiducia dimostrata in questi tre anni da tantissime persone che lo conoscono, in tanti credevano alla sua innocenza prima ancora che la sentenza la confermasse, che per come dimostrato nelle numerose pagine di motivazioni, non ha lasciato zone d’ombra sulla vicenda, dimostrando ampiamente la completa estraneità ai fatti a lui contestati.

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