L’ex sindaco di Amaroni, il cavaliere della Repubblica Rocco Devito è tornato in questi giorni sulla proposta di un progetto di diga sul fiume Ferrera per la realizzazione di un laghetto collinare. La sua segnalazione è stata indirizzata ai presidenti della Giunta e del Consiglio regionali e della Provincia, al prefetto, al presidente del Consorzio di bonifica e ai sindaci di Amaroni, Borgia, Vallefiorita, Palermiti, Squillace, Stalettì, Montepaone, Gasperina, Montauro e Soverato. «Gli stravolgimenti che caratterizzano la fenomenologia climatica nei tempi recenti stanno creando – scrive Devito – serio allarme anche nel settore idrico. Prolungati periodi di siccità anche in periodi stagionali un tempo piovosi, pongono ovunque, anche nel nostro Meridione, in seria difficoltà e danneggiano non solo le colture agricole ma anche l’approvvigionamento a scopo domestico e potabile». «Come si possa affrontare l’emergenza idrica ed evitare il rischio di un collasso persino nei settori produttivi e in quello economico – prosegue – è un problema che riguarda già l’immediato futuro e non può essere ignorato, pur senza cedere a manifestazioni di isterico allarmismo proprie di certe estreme frange ambientaliste. Nella zona non mancano corsi idrici la cui portata, opportunamente impiegata, è in grado di alimentare invasi che rappresenterebbero la soluzione del problema idrico nelle campagne e nei comuni circostanti». Secondo Devito, «nella nostra zona il primo a ipotizzare e proporre la costruzione di una diga che creasse un invaso capace di rappresentare una notevole riserva idrica per Amaroni e diversi altri comuni limitrofi è stato l’allora sindaco amaronese avvocato Giuseppe Bova. A lui si deve accreditare il merito di avere avviato la questione, anche se le alterne vicende della politica regionale non consentirono di pervenire a una concreta realizzazione progettuale. La questione è stata ripresa da me quando ero sindaco e proposta all’allora presidente del Consorzio Ionio Catanzarese Grazioso Manno. Si era all’epoca giunti a una fase progettuale della diga e si confidava in un finanziamento dell’opera per cui il progetto fu trasmesso alla Regione Calabria». L’ex amministratore amaronese, dunque, invoca l’unione delle forze per riproporre tale progetto da finanziare con i fondi del Pnrr. «Del notevole volume d’acqua dell’invaso che si andrebbe a realizzare – conclude – potranno giovarsi Amaroni e tutti i comuni del circondario in cui, specie in estate, la portata e riserva d’acqua si riduce notevolmente fino a scarseggiare. L’agricoltura e le sue produzioni, l’intera economia della zona ne sarebbero sensibilmente sollevate; e nelle abitazioni civili l’uso domestico e potabile dell’acqua non conoscerebbe più riduzioni o interruzioni anche in periodi di prolungata siccità».
Carmela Commodaro

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