Una serata indimenticabile, con un pubblico delle grandi occasioni, per ammirare le stelle in una cornice di intenso fascino. È quella che si è svolta sera di giovedì 22 agosto nella splendida cornice del castello di Squillace, grazie al contributo scientifico dell’associazione Aps “Comunità Benedict” che si occupa della promozione della cultura e del reinsediamento di famiglie nei paesi in via di spopolamento. All’interno di “Benedict” agisce l’Unione Astrofili Catanzaresi, un gruppo di appassionati di astrofilia, con lo scopo di condividere la bellezza dei luoghi e il loro cielo stellato da osservare. «Pensiamo che le famiglie ed i lavoratori da re-insediare nei borghi antichi, con il loro codice etico, religioso e simbolico – spiegano gli organizzatori – contribuiscano a rendere coeso e a rigenerare il mondo dei villaggi mediterranei, contrastando così il fenomeno dell’abbandono dei borghi e l’indebolimento di tutta la struttura societaria, produttiva ed urbana dal Nord al Sud d’Italia, seguendo il grande modello delle comunità sorte intorno a Cassiodoro, San Basilio, San Benedetto e San Domenico». Il momento centrale della serata al castello di Squillace è stato l’intervento del professore Domenico Messinò, della “Comunità Benedict”, rappresentata anche da Luca Tiriolo e Saverio Monterosso. Messinò ha sottolineato l’importanza della conoscenza astronomica mettendo in relazione il Sidereus Nuncius di Galileo e l’apologia pro Galileo di Campanella. «Le serate astronomiche – ha sottolineato Messinò – regalano agli osservatori la possibilità di rapportarsi con l’infinito, fornendo di contro la percezione della grandezza dell’essere umano. I luoghi in cui si svolgono poi sono parte attiva della serata perché con le loro storie sembrano non solo partecipare all’evento ma esserne i protagonisti. II racconto sulle vite di Galileo e di Campanella che si sono intrecciate in passato hanno rivelato non solo quanto arduo sia stato il cammino della scienza ma soprattutto quanto quella percezione di grandezza sia stata una tappa molto difficile da raggiungere. Le scoperte scientifiche, soprattutto in ambito astronomico, lasciano sempre traccia del loro passaggio, non lasciando mai indifferenti gli osservatori, semplicemente perché danno l’opportunità d’imparare qualcosa di nuovo su noi stessi».
Ai partecipanti è stata offerta l’opportunità di ammirare alcuni oggetti celesti. Prima i telescopi hanno puntato il sistema di stelle di Albireo, il “becco” della costellazione del cigno, facendo notare la differenza di colore tra Albireo B (rossa, classe spettrale K) e Albireo A (azzurina, classe spettrale B). Poi l’attenzione è ricaduta sul sistema di Mizar e Alcor, altro sistema di stelle nella costellazione dell’orsa maggiore. Verso la fine della serata, da dietro il castello sono sorti prima Saturno, riconoscibile ai telescopi per la magnificenza dei suoi anelli e la sempre spettacolare e abbagliante Luna quasi piena. «Il plauso va solo ed esclusivamente – ha dichiarato l’assessora comunale al turismo Natascia Mellace – a chi con amore e passione lavora per la valorizzazione del patrimonio culturale a partire dalla comunità Benedict, l’Unione Astrofili Catanzaresi, che mirano oltre che alla diffusione scientifica anche alla valorizzazione territoriale, e il prof. Messinò che garantisce una più solida conoscenza attraverso i suoi studi attenti e profondi; oltre che ai gestori del nobile monumento che curano egregiamente per soddisfare i visitatori. Infine, l’amministrazione ha il primario compito attraverso il connubio di diverse discipline di dare lustro allo straordinario patrimonio storico artistico che trova il suo punto focale nel castello normanno e poi muoversi come nel passato tra le vie in una valorizzazione dell’intero borgo custode di molti altri beni di interesse storico artistico culturale. Grazie ai partecipanti che amano stupirsi sotto il cielo stellato di una calda sera di agosto».
Carmela Commodaro

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