È stato presentato a Stalettì, nell’anfiteatro di palazzo Aracri, il libro del giudice Vito Cesareo “Giuseppe Cognata S.d.b. Un vescovo dei nostri tempi tra oblazione e santità”. Ad introdurre l’incontro è stato il direttore della Pastorale dell’Università Magna Graecia di Catanzaro don Roberto Corapi, il quale ha illustrato la figura eroica di mons. Cognata, sacerdote integerrimo, vescovo calunniato, umile e obbediente alle decisioni seppur ingiuste delle gerarchie ecclesiastiche. All’evento erano presenti, fra gli altri, l’assessore comunale stalettese Valentina Lombardo e il cav. Rocco Devito, già sindaco di Amaroni. Nel suo indirizzo di saluto, il sindaco di Stalettì Mario Gentile, che al termine ha omaggiato i relatori con una targa ricordo raffigurante uno scorcio del centro storico della cittadina, si è soffermato sulla lunga amicizia con l’autore del libro, Vito Cesareo, e sull’importanza di queste manifestazioni culturali che arricchiscono la conoscenza di personaggi che, come mons. Cognata, con la loro testimonianza, hanno contribuito al bene comune. Successivamente il presidente della Commissione di Neuroscienze e diritto dell’Unione Giuristi Cattolici di Lamezia Terme Gianni Caruso ha prima letto una preghiera, che don Roberto ha inserito nel suo libro “Tra novene e tradizioni”, da titolo “A te, o crocifisso”, che esprime alla perfezione la drammaticità della vita di mons. Cognata; poi ha inquadrato la vicenda del prelato e delle suore da un punto di vista prettamente professionale, valutandone le molte incongruenze e specifiche accuse senza prove concrete, delineando la psicologia delle accusatrici. La relazione di Caruso ha restituito la figura di un uomo fedele fino in fondo ai suoi principi morali e vocazionali. Cesare Natale Cesareo, editore del sito curinga-in.it, dal canto suo, ha tracciato la figura dell’autore e la sua profonda ammirazione per il vescovo Cognata. È partito da quando Vito Cesareo, adolescente e studente dell’Istituto Salesiano di Macerata, lo conobbe personalmente assieme alla sua famiglia e ne rimase talmente impressionato da farne la sua guida spirituale. Lo stesso Vito Cesareo, già pretore e giudice di pace a Squillace, ha reso noti alcuni ricordi personali di mons. Cognata che, ha affermato, «è stato un vescovo che ha incarnato nella sua vita le regole del buon cristiano, dettate anche da Papa Francesco». Ha, quindi, ringraziato i relatori per gli interventi che aprono nuove prospettive all’iter canonico da poco iniziato, evidenziando il messaggio di mons. Cognata, aperto soprattutto alle nuove generazioni, che in un mondo dominato dall’apparenza, dalla violenza e dal dubbio propongono modi di concretezza, di docilità e di pace.
Carmela Commodaro

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